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Arte

Hand Written Stories: i post-it nomadi di Hans Ulrich Obrist5 minuti di lettura

Il giorno 11 giugno, in occasione della design week, davanti all’ingresso del flagship store ASPESI in Via San Pietro all’Orto 24, si è tenuta una conferenza aperta al pubblico, Hand Written Stories.

Un evento collaterale all’allestimento nello show-room di ASPESI in corso Venezia. I protagonisti della conferenza erano: il curatore Hans Ulrich Obrist, la designer Patricia Urquiola, lo scrittore e curatore Gianluigi Ricuperati e il filosofo Emanuele Coccia.

Un progetto di Gianluigi Ricuperati per Aspesi

Ospitato e prodotto su commissione di ASPESI da Nova Express, l’allestimento puntava a essere, pur posizionato in pieno centro, uno spazio contemplativo lontano dalla confusione della città. Grazie alla collaborazione tra Patricia Urquiola, che ha creato gli elementi di arredo per Glass Italia e cc-tapis, e Hans Ulrich Obrist, che ha portato una selezione di post-it, il visitatore è stato invitato a divenire parte di una costellazione di parole, impressioni, sensazioni e riflessioni che si tramuteranno in storie, proprio come suggerisce il nome del progetto.
Ogni post-it è scritto a mano da alcuni fra i più importanti creativi della nostra epoca, come Etel Adnan, Michelangelo Pistoletto, Philippe Parreno, Virgil Abloh, Koo Joeng-A, Precious Okomon e Douglas Coupland,

Genesi del progetto

Durante la conferenza en plein air moderata da Gianluigi Ricuperati, che si è svolta con i toni di una conversazione amichevole, è stata raccontata la genesi di questo progetto. Obrist ha iniziato con un aneddoto su quando un amico gli ha suggerito di installare Instagram. Quale uso ne avrebbe fatto? Poi si è ricordato di una conversazione con Umberto Eco, il quale gli aveva posto il problema della quasi sparizione della scrittura calligrafica e gli aveva chiesto di fare qualcosa in merito. È stato allora che il curatore svizzero ha pensato che avrebbe usato Instagram per celebrare e riportare in auge questa pratica.

In tre occasioni Obrist si rende conto che il gioco della scrittura può assumere una dimensione collettiva. La prima grazie a Etel Adnan durante una vacanza in Francia, mentre riflettevano sulla nozione di scrittura come forma di disegno, la sua relazione con la memoria e l’importanza della scrittura a mano nelle opere dell’artista libanese. La seconda con Hito Steyerl durante una convention a Parigi sull’intelligenza artificiale. Infine la terza riproponendo il gioco surrealista exquisite corpse con alcuni amici.

«Ma si sa ancora scrivere a mano? Non so. Adesso controllo.» Umberto Eco.
Dal profilo twitter di Hans Ulrich Obrist

Il contributo di Patricia Urquiola

Patricia Urquiola si è occupata di dare forma a questa idea di spazializzazione di post-it, grazie anche alla multidimensionalità del materiale utilizzato dalla designer. Il vetro di Glass Italia era inizialmente un prototipo che è stato scelto per la sua capacità di far fluire la luce. Il processo creativo per lei nasce da il controllo che noi abbiamo sulle cose e il dialogo. Anche la dimensione del gioco è importante per lei, aspetto che le è stato tramandato da Achille Castiglioni, con cui si è laureata al politecnico di Milano. Ella riflette poi su come sia finito il periodo dei manifesti che hanno caratterizzato il secolo scorso, il manifesto rappresenta l’antitesi del dialogo, data la sua natura assertiva e monolitica.

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P. Staff, Tourmaline, Marianna Simnett, Norman Foster Exquisite Corpse 172
Dal profilo Instagram di Hans Ulrich Obrist

L’intervento di Emanuele Coccia

Per Emanuele Coccia le notazioni di testo nei libri ricoprono un ruolo fondamentale, di cui il post-it si fa successore naturale. Esso diventa un quasi oggetto, ovvero la cui esistenza è inseparabile dal rapporto con il contesto in cui viene collocato, proprio per la sua natura di aggiungere tempo alle cose. Il concetto è stato teorizzato dal filosofo francese Michel Serres, poi portato avanti dal collega Bruno Latour, e mette in discussione la convinzione comune che il mondo sia nettamente diviso in due ambiti: la sfera umana, che comprende i costrutti sociali del linguaggio e della cultura, e il mondo esterno, fatto di oggetti concreti.
Secondo Coccia si scrive per fissare una contingenza. Il post-it in questo diventa oggetto di interesse poiché permette alla scrittura di spostarsi da una superficie all’altra, rendendola nomade. Un altro problema che viene sollevato è l’estinzione di fenomeni culturali e lingue già affrontato dal filosofo Édouard Glissant, che aveva indicato la poesia come antidoto a questa estinzione:

«La poésie a toujours remplacé tout. La poésie a toujours été le nœud de la littérature. Parce que la poésie est le seul art littéraire qui dit sans dire tout en disant».

(La poesia ha sempre sostituito tutto. La poesia è sempre stata il fulcro della letteratura. Perché òa poesia è l’unica arte letteraria che dice senza dire nulla mentre dice)

L’imaginaire des langues. Entretiens avec Lise Gauvin (1991-2009) pag.116

I post it diventano qui custodi della poesia grazie all’operazione di Gianluigi Ricuperati che qui li rende, ricombinati in un ordine non cronologico, un romanzo post-it che il pubblico può portare con sé.

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«The world needs togeherness, not separation. Love, not suspicion. A Common future, not isolation». Etel Adnan
Dal profilo instagram di Hans Ulrich Obrist

Laureata in Visual Cultures e Pratiche Curatoriali presso l’accademia di Belle Arti di Brera, la scrittura rappresenta per me un modo attraverso cui connettere realtà apparentemente distanti. Mi considero una boutade, una battuta di spirito, osservazione arguta, in cui la spontaneità e l’immediatezza si uniscono in una punta di paradosso.