Art Shapes
verdi
Musica

Giuseppe Verdi: gli anti-eroi nella Trilogia Popolare7 minuti di lettura

Giuseppe Verdi fu senza alcun dubbio uno dei più grandi compositori italiani del teatro in musica dell’Ottocento. Lasciò in eredità al mondo della musica classica e al patrimonio culturale europeo quasi trenta opere liriche tra cui è difficile selezionare lavori di maggior spicco rispetto ad altri. La grande fama del compositore si deve alla ricercatezza musicale, alle innovazione che apportò al recitar cantando italiano spinto dalle influenze del romanticismo europeo, ma anche al ruolo che le tematiche portate in scena da Verdi ebbero nel panorama dell’Unità del bel Paese.

Gli elementi romantici presenti nelle sue opere infatti furono percepiti dal pubblico come un chiaro riferimento patriottico; esemplari il coro del Va’ pensiero del Nabucco attraverso cui si esprime il desiderio di ritorno alla patria, e la Battaglia di Legnano il cui soggetto storico medievale rimanda all’attualità politica di quel tempo.

verdi viva
Lo slogan “Viva VERDI” veniva utilizzato dai patrioti italiani per eludere la censura austriaca. Il nome del compositore, utilizzato come acrostico, nascondeva il messaggio “Viva Vittorio Emanuele Re D’Italia”

Il teatro romantico

Verdi subentrò ai protagonisti del primo Ottocento italiano con delle soluzioni musicali inedite. Il Maestro rivoluzionò il linguaggio musicale dei predecessori – Rossini, Bellini, Donizetti – affidando all’orchestra un peso maggiore all’interno delle dinamiche dell’Opera e praticando quindi una scrittura più attenta. Nonostante lo stile belcantistico rimanga nei suoi lavori, Verdi trattò la vocalità in modo gestuale, scenico; ne risulta un linguaggio vocale lirico e drammatico, rafforzato da un coro protagonista che ricopre il ruolo di un personaggio collettivo.

verdi locandina
Locandina del 4 ottobre 1873 per la rappresentazione dell’Aida come opera di apertura della stagione teatrale a Trieste

Il teatro romantico verdiano si definisce così anche per la scelta dei temi rappresentati. Sono soggetti seri e tragici, spesso tratti da importanti autori della letteratura romantica, come Victor Hugo, o autori riscoperti dal romanticismo, primo tra tutti William Shakespeare. Si ricordano infatti le opere Otello e Macbeth tratte dalle omonime tragedie del drammaturgo inglese.

Gli anti-eroi nella Trilogia popolare

verdi anti-eroi rigoletto
In foto, Leo Nucci protagonista del Rigoletto diretto da Daniel Oren al Teatro della Scala nel 2019

Tra il 1851 e il 1853 vanno in scena tre opere verdiane denominate a posteriori dal pubblico e dalla critica come la Trilogia popolare. I tre lavori, composti in poco tempo uno successivamente all’altro, presentano i tratti della piena consapevolezza artistica del compositore. Questi drammi lirici sono caratterizzati da un’espressività profonda, sfaccettata e anche molto diversa da vicenda a vicenda. Ciò che le accomuna, e da cui prende vita l’etichetta “popolare”, è la scelta dei protagonisti.

Rigoletto, un buffone di corte gobbo ed emarginato; Violetta (La Traviata), una mantenuta parigina; Manrico (Il Trovatore), figlio di una zingara. Tre personaggi non nobili ma soprattutto degli anti-eroi. Sono personaggi che appaiono necessariamente dei modelli da non seguire, ma che Verdi fa incredibilmente evolvere grazie all’accompagnamento della sua orchestra. L’evoluzione di un personaggio in scena, del suo carattere, dei suoi valori, delle sue attitudini, è un tratto profondamente innovativo per il teatro in musica italiano. Gli anti-eroi presentati da Verdi passeranno, nella dicotomia tra bene e male, dalla luce più negativa a quella della gloria morale.

Da Dumas a Verdi: la “traviata” Violetta Valery

verdi anti-eroi traviata
In foto Sofia Coppola nei panni di Violetta Valery de La Traviata di G. Verdi

La Traviata attinge il proprio soggetto dal celebre romanzo di Alexander Dumas figlio La signora delle camelie, pubblicato nel 1848. La protagonista attorno alla quale si costruisce la vicenda è Margherita Gautier, il cui nome nel libretto per l’opera verdiana muta in Violetta Valery. Margherita- Violetta è una cortigiana parigina, conosciuta nei ricchi ambienti aristocratici del primo Ottocento e protetta da un duca che le permette di vivere una vita fatta di eccessi e trasgressioni, rappresentazioni teatrali, oggetti di lusso.

Violetta, che fin da principio della storia è malata di tisi, appare una donna amorale, fredda, incapace di sentimenti autentici. È gradualmente l’amore di Alfredo (nel libro Armando) a farle compiere l’evoluzione: conosciuto ad un evento mondano, di cui echeggia l’aria Libiamo ne’ lieti calici, la dama lo rifiuta. A poco a poco però Violetta si trasforma, è persuasa dalla purezza e fedeltà di lui, fino ad innamorarsi a tal punto da rinunciare alla loro relazione, sotto le pressioni del padre del ragazzo. Per il bene dell’amato subisce la peggior infamia proprio da Alfredo; per vendicarsi, in presenza di tutti gli invitati ad una festa, le lancia dei soldi, alludendo alla sua condizione di prostituta e screditando la loro storia.

Aria di Violetta nell’atto II scena 7
Dopo l’umiliazione subita da Alfredo, lei esprime il senso del suo sacrificio: “Alfredo, Alfredo, di questo core/ Non puoi comprendere tutto l’amore/ Tu non conosci che fino a prezzo/ Del tuo disprezzo provato io l’ho!
Segue poi il Preludio, brano che funge da cornice unitaria per tutta l’opera.

Violetta e Alfredo riusciranno a chiarirsi solo nell’attimo precedente alla morte di lei. Da donna disprezzabile Valery diventa una donna di animo nobile, capace solo delle più delicate affezioni, pronta a sacrificare la propria felicità per un bene – in apparenza – più grande.

La punizione di Rigoletto

Rigoletto si muove invece tra le dissolutezze degli ambienti del Palazzo Ducale di Mantova; Verdi muta l’originaria ambientazione nella corte francese prevista dal romanzo di ispirazione di Hugo Il re si diverte per evitare la censura che si era abbattuta sulla stessa opera letteraria. L’opera è focalizzata sulla particolare scelta del soggetto, il buffone di corte, una figura originale e maledetta: proprio la maledizione, sottolineata dalla musica attraverso un tema ricorrente, è ciò che permette al personaggio di evolvere.

Atto II: invettiva di Rigoletto verso i cortigiani che hanno rapito la figlia, credendola la sua amante nascosta; Rigoletto è disperato perché ha capito che Gilda si trova nelle stanze del Duca

L’anti-eroe Rigoletto (“rigoler”in francese significa scherzare) è inizialmente presentato come un buffone deforme e ignobile; irride e schernisce i cortigiani, il Conte di Monterone, affianca e spalleggia il Duca, tutt’altro che aristocratico d’onore. Durante lo svolgimento però inizia a trasparire il suo affetto profondo per la figlia Gilda; cerca di nasconderla in casa per paura che uomini come il Duca se ne approfittino. La maledizione del Conte di Monterone però lo porterà a dover assistere al rapimento della figlia, alla sua seduzione da parte del Duca e relativo disonore, al dolore profondo che lei prova e che ne decreta in ultima istanza il sacrificio. Rigoletto ci appare in ultima analisi un padre premuroso, disperato per la perdita della persona a lui più cara. Punito forse troppo, si piega alla somma morale.

Diplomata in conservatorio, laureata in lettere, amo le pagine consumate, le gallerie d'arte e le poltroncine dei teatri. Posso però garantire di essere anche una persona simpatica.