
Giovanni Gastel: le due mostre in Triennale di Milano4 minuti di lettura
Triennale Milano omaggia con le mostre The People I Like e I Gioielli della Fantasia l’indimenticabile fotografo Giovanni Gastel, scomparso prematuramente lo scorso anno.

I Gioielli della Fantasia
All’ingresso l’esposizione I Gioielli della Fantasia, realizzata in collaborazione con il Museo di Fotografia Contemporanea, presenta una selezione dal progetto commissionato a Gastel dalla Daniel Swarovski Corporation nel 1991.
Si tratta di alcune tra le 300 fotografie donate da Lanfranco Colombo, gallerista ed editore milanese, a Regione Lombardia e ora conservate nelle collezioni del Museo di Fotografia Contemporanea.

Gastel racconta e interpreta i gioielli proposti facendoli protagonisti di una narrazione poetica e raffinata.
Il suo gesto artistico esplora il rapporto tra oggetto e figura umana, tra corpo e maschera, i concetti di metamorfosi, travestimento e ironia.
Con una Polaroid 20×25 cm fotografa le modelle in peculiari pose, posiziona poi i gioielli e riprende infine la composizione d’insieme. Il risultato è un racconto iconografico che crea un connubio tra corpo femminile e gioielli, creando un unicum dei valori dei due soggetti stessi.

The People I Like
The People I Like, realizzata in collaborazione con il Maxxi Museo Nazionale delle arti del XXI secolo e curata da Uberto Frigerio con allestimento di Lissoni Associati, è l’esposizione di oltre 200 ritratti di personaggi del mondo della cultura, del design, dell’arte, della moda, della musica, dello spettacolo e della politica.
Tra questi, Barack Obama, Marco Pannella, Ettore Sottsass, Germano Celant, Fiorello, Zucchero, Tiziano Ferro, Vasco Rossi, Roberto Bolle, Bebe Vio, Bianca Balti, Luciana Littizzetto, Franca Sozzani, Miriam Leone, Monica Bellucci.
Sono solo una piccola testimonianza dell’immensa varietà di incontri che ha caratterizzato la carriera del fotografo.

Un dedalo di istanti resi eterni dalla mano esperta di Gastel, capace di mostrare non solo la fisionomia ma anche l’anima umana e la sfera psicologica attraverso pose, teatralità ed espressioni dei volti.
Pareti bianche e nere si succedono in un percorso alla scoperta di un uomo che ha cambiato il mondo della fotografia e del ritratto artistico, rimanendo per noi un pilastro eterno.
Giovanni Gastel e la sua carriera
Giovanni Gastel ha iniziato la sua professione a Milano alla fine degli anni Settanta, sono seguite grandi collaborazioni tra cui quella con “Vogue Italia”.
Tra gli anni Ottanta e Novanta, durante il boom del Made in Italy, inizia a sviluppare campagne pubblicitarie per le più prestigiose case di moda italiane tra cui Versace, Missoni, Tod’s, Trussardi e Ferragamo.

Raggiunge poi Parigi dove lavora per marchi come Dior, il Regno Unito e la Spagna.
Nel 1997 Triennale Milano gli dedica una personale curata da Germano Celant: Gastel è ormai uno dei fotografi più importanti a livello mondiale.
Dagli anni 2000 esplora intensamente il mondo del ritratto, da cui la mostra corrente in suo ricordo.

Dico sempre alla persona che sto per fotografare una frase che spiega come intendo il ritratto:
“Io non sono uno specchio, io sono un filtro. Il ritratto che io farò di te sei tu, filtrato da quello che sono io (le mie paure, le mie gioie, le mie solitudini, le mie poesie); uscirai sotto forma di interpretazione di te. Io do la mia lettura che non è la lettura assoluta. Io filtro attraverso tutto quello che ho letto, visto, studiato e ti restituisco…”
Giovanni Gastel

