
Giovanni Boldini e le “divine” della Belle époque in mostra a Bologna.7 minuti di lettura
A Palazzo Albergati a Bologna la mostra “Boldini, Lo sguardo dell’anima” celebra l’arte di Giovanni Boldini, nell’anno del 90esimo anniversario della sua morte, avvenuta a Parigi l’11 gennaio 1931.
Oggi, nel giorno del suo compleanno (Boldini nasce a Ferrara il 31 Dicembre 1842), vogliamo parlarvi della vita e dei maggiori capolavori dell’artista, che più di ogni altro ha saputo catturare e trasmettere il fascino e lo charme della Belle époque e delle sue protagoniste femminili.
La mostra “Boldini. Lo sguardo dell’anima”
La mostra, visitabile fino al 13 marzo 2022, è un’antologica che riunisce più di 90 opere del repertorio dell’artista e si articola da un punto di vista sia cronologico sia tematico.
Molte delle tele esposte provengono da importanti musei – dal Museo Archives Giovanni Boldini Macchiaioli di Pistoia, al Museo Giovanni Boldini di Ferrara, al Musei di Nervi, alla Galleria d’arte Moderna di Genova – e collezioni pubbliche e private. Un’occasione unica, quindi, per ammirare opere normalmente inaccessibili al pubblico.
Completano e arricchiscono il percorso espositivo alcune tele di artisti coevi a Boldini, quali Giuseppe de Nittis, Vittorio Matteo Corcos, Federico Zandomeneghi, Gaetano Esposito, Salvatore Postiglione, Alessandro Rontini, Ettore Tito e altri ancora (esposta anche una delle versioni delle Ninfee di Monet).
Una vita all’insegna dell’amore per la pittura
Boldini sviluppa fin da giovanissimo la passione e l’interesse per la pittura. Una vera e propria vocazione come bene si può intuire dall’autoritratto dipinto a soli 14 anni, dove già Boldini si raffigura con pennelli e strumenti del mestiere.

Dopo i primi studi a Ferrara, l’artista si trasferisce a Firenze, desideroso di un ambiente più dinamico e stimolante. Qui frequenta L’Accademia delle Belli Arti e, soprattutto, il Caffè Michelangiolo, luogo di ritrovo di intellettuali e pittori del gruppo dei Macchiaioli (tra cui Telemaco Signorini di cui diventa grande amico).
Da loro Boldini impara a utilizzare luce e colore in modo innovativo, modulando ombre e tonalità per restituire i soggetti dipinti così come visti dall’occhio umano. Tuttavia, l’artista ferrarese rielabora la lezione dei macchiaioli in modo assolutamente personale, mantenendo una più esplicita aderenza alla realtà.
Ancora più importanti furono i rapporti con i ricchi mecenati e collezionisti stranieri, grazie ai quali l’artista riesce a partecipare alle più famose esposizioni e a trasferirsi prima a Londra e poi a Parigi.

In questi anni Boldini frequenta il principe russo Demidoff, il francese Desboutin e, soprattutto, i coniugi inglesi Falconer. È proprio Sir Walter Falconer a invitare Boldini all’Esposizione Universale di Parigi nel 1867.
Parigi e la Belle époque
A Parigi Boldini trova un’atmosfera e un fermento culturale che rispecchiano la sua personalità. Qui la sua carriera raggiunge l’apice, anche grazie ai legami che egli riesce a intessere con le maggiori personalità dell’epoca e per cui, molto spesso, realizza ritratti.

Nella capitale francese, Boldini inizia a frequentare i locali e gli ambienti alla moda, dove si ritrovano artisti e intellettuali ma anche politici e nobili. Ha contatti con gli impressionisti (stringe amicizia con Degas), di cui ammira il modo in cui riescono e trasporre la luce sulla tela ma non condivide l’amore per la pittura en plein aire.
Stringe anche un fruttuoso rapporto di lavoro con il mercante d’arte Adolphe Goupil, fondamentale per la carriera dell’artista che d’ora in poi ha le porte aperte in tutti gli ambienti artistici più esclusivi della ville lumière.
Ma è soprattutto l’universo femminile a catturare l’attenzione di Boldini. Nobildonne, cantanti, attrici, modelle e mogli di funzionari politici diventano il soggetto preferito e prediletto dei suoi ritratti.

Lo stile di Boldini
Nella ville lumère, inoltre, prende forma e si consolida lo stile dell’artista. Uno stile unico, eclettico e versatile. Di fatti, è alquanto difficile inquadrare Boldini in un sola e ben definita corrente artistica. Egli attraversa macchiaioli, impressionisti, simbolisti e la prima parte delle avanguardie storiche del ‘900. Da tutte queste correnti riceve influenze e prende a prestito vari aspetti, riuscendo però a rielaborarli sempre in modo personale.

Il suo stile è caratterizzato da pennellate rapide, che trasmettono dinamismo. Lo stesso fa la composizione dei quadri. Nei ritratti spesso lo sfondo è appena abbozzato oppure si confonde, sfuma e si fonde con i dettagli dei soggetti dipinti. Il tratto è impetuoso, i toni elettrici e pungenti.
Tutto crea dinamismo e movimento e sembra restituire la frenesia e il fermento culturale della belle époque.
I ritratti e “le divine”
Sono i ritratti il genere ad aver reso celebre Boldini. Uomo dalla personalità non sempre facile, egli riesce comunque a stringere legami con le personalità più influenti di Parigi. In poco tempo il suo atelier si riempie di aristocratici, politici e personaggi del bel mondo che fanno la fila per farsi ritrarre dal ferrarese.
Ritratti che non sono semplici quadri, ma diventano un mezzo e un modo per sondare e far emergere l’animo della persona raffigurata.

Durante le lunghe sedute Boldini penetra la psicologia del suo soggetto, ne fa emergere tratti particolari e distintivi. Gli sguardi ora sfuggenti ora rivolti direttamente allo spettatore; le pose non statiche né rigide; i gesti e i dettagli: tutto concorre a creare un’enorme potenza espressiva e restituire la personalità degli uomini e delle donne ritratte.
Di queste ultime, in particolare, Boldini riesce a catturare i segreti più intimi. Traspone su tela tutta l’eleganza ed esalta la bellezza delle “divine”. E in effetti, attraverso le sue pennellate l’artista trasforma le numerose donne da lui dipinte in vere e proprie divinità.

Le sue opere, tuttavia, non si limitano a registrare la bellezza fisica muliebre, ma al contrario sono cariche di un’attenta introspezione psicologica. Boldini svela le loro personalità, indaga le passioni più nascoste e i sentimenti taciuti. Grazie al nascente femminismo le donno possono finalmente avere visibilità e legittimazione pubblica, possedere un ruolo sociale spesso anche importante. Sono consapevoli, orgogliose e sicure di sé. Emancipazione, forza e determinazione che traspaiono perfettamente dalle opere di Boldini.


