
Giornata mondiale dell’orgasmo: 10 opere d’arte che celebrano l’erotismo10 minuti di lettura
La notte tra il 21 e il 22 dicembre è stata proclamata come Global Orgasm for Peace Day, la giornata mondiale dell’orgasmo per la pace. Questa ricorrenza è nata nel 2006 dalla mente di due giovani attivisti americani, che propongono a tutti di dare o ricevere un orgasmo in nome della pace durante questa notte, o durante entrambe le giornate!
Per celebrare questa deliziosa ricorrenza vogliamo fare un tuffo nel mondo dell’arte di ogni tempo, con dieci opere che esaltano il piacere carnale e l’erotismo. Un viaggio nel concetto di estasi fisica espresso attraverso opere che attraversano i secoli.
Estasi di Santa Teresa

Questa scultura è stata realizzata da Gian Lorenzo Bernini tra il 1645 e il 1652 e si trova nella cappella Cornaro, nella chiesa di Santa Maria della Vittoria, a Roma. La protagonista è Santa Teresa d’Avila, nel massimo momento di estasi mistica, come raccontato da lei stessa nei suoi scritti:
Un giorno mi apparve un angelo bello oltre ogni misura. Vidi nella sua mano una lunga lancia alla cui estremità sembrava esserci una punta di fuoco. Questa parve colpirmi più volte nel cuore, tanto da penetrare dentro di me. II dolore era così reale che gemetti più volte ad alta voce, però era tanto dolce che non potevo desiderare di esserne liberata. Nessuna gioia terrena può dare un simile appagamento. Quando l’angelo estrasse la sua lancia, rimasi con un grande amore per Dio
Il capo reclinato, gli occhi socchiusi e il corpo abbandonato al piacere hanno fatto parlare la critica di “erotismo sacro”. L’angelo domina la santa, con un’espressione quasi ironica sul volto, mentre osserva compiaciuto l’estasi di Santa Teresa. Il filosofo Renan, in visita a Roma, commentò con ironia “se questa è un’estasi mistica, conosco molte donne che l’hanno vissuta“.
Bernini ha impresso nel marmo l’orgasmo femminile con estrema potenza espressiva grazie all’espediente della sacralità, osservata con curiosità dalla stessa famiglia Cornaro, scolpiti nell’atto di osservare la scena da un palco.
Sogno della moglie del pescatore

Una delle opere più famose dell’artista Hokusai, nello stile delle stampe ukiyo-e. L’opera fa parte della raccolta di disegni erotici Kinoe no Komatsu (“I Giovani Pini”). A essere ritratta è una giovane ama, una pescatrice di perle, insieme a due polpi, con i quali sta avendo un rapporto sessuale.
Pubblicata nel 1814, l’opera mostra uno dei due polpi praticare un cunnilingus alla donna, mentre il secondo le avvolge un capezzolo con i tentacoli. Il testo sopra l’immagine riporta i pensieri della donna e dei due animali, in esternazioni di piacere reciproco. Come tipico nelle stampe erotiche giapponesi gli organi sessuali appaiono di dimensioni maggiori rispetto al normale, per evidenziare le pratiche illustrate nei dettagli.
L’opera ha avuto un’influenza molto grande nella tradizione hentai giapponese, creando il genere del tentacol rape, in cui giovani donne hanno rapporti sessuali con polpi e creature marine.
Danae

Questo dipinto di piccolo formato (77×80 cm) è stato dipinto da Gustav Klimt tra il 1907 e il 1908, ispirandosi al mito di Danae, principessa di Argo posseduta da Zeus in forma di pioggia d’oro. Klimt rinuncia a ogni forma di contesto, stringendo l’immagine al corpo rannicchiato di Danae mentre l’oro ricade su di lei e dentro di lei.
La donna è completamente abbandonata al piacere, in un’estasi rilassata, vicina al sogno. Dimensione reale e onirica si fondono nel movimento circolare del dipinto, simbolo della femminilità. Qui la donna è dimensione centrale e protagonista dell’orgasmo, totalmente autonoma rispetto alla presenza maschile, accennata da un piccolo rettangolo nero posto vicino ai genitali di Danae.
A letto

Questo dipinto è opera dell’artista Henri de Toulouse-Lautrec, noto per aver restituito al mondo l’atmosfera del Moulin Rouge e delle figure che vi gravitavano attorno a cavallo tra otto e Novecento.
In questo dipinto non vediamo un rapporto sessuale, allora perché collocarlo in questa galleria? Perché in quest’opera dai toni così delicati l’orgasmo si è appena concluso, lasciando i due amanti nel torpore del momento subito successivo, in cui il sonno si fa lentamente strada dopo l’appagamento fisico.
L’opera fa parte di una serie ambientata tra le coltri di questo grande letto, raffigurante due donne (ebbene sì!) nei diversi momenti del loro incontro: prima un bacio passionale sopra le coperte, ancora vestite, poi un altro bacio, lungo e romantico, sotto le coperte, e infine l’attimo prima del sonno, in cui le due si guardano teneramente.
Giove e Io

Correggio dipinge questo incredibile quadro nel 1532-33, come parte di una serie dedicata agli amori di Giove per il duca di Mantova Federico II Gonzaga. Ritrarre le avventure erotiche di Zeus era un modo molto comune per artisti e mecenati di celare opere dalla fortissima carica erotica, evitando il rischio di abbassarle a mera pornografia e rischiare il giudizio del clero. Questa fu l’ultima opera realizzata dall’artista emiliano prima della sua morte, avvenuta nel 1534.
In quest’opera Giove è ritratto mentre seduce la sacerdotessa Io trasformandosi in nebbia. La nuvola grigia cinge il fianco della donna, completamente nuda e abbandonata al piacere. Gli occhi sono socchiusi e la testa e reclinata all’indietro, mentre dalla nebbia un viso maschile prende forma per rubare alla giovane un bacio. La luce disegna delicatamente le forme della bella Io, che l’osservatore vede di schiena, mentre con le gambe e le braccia aperte accoglie il re degli dei.
Il sonno

Due donne nude, abbracciate dopo un orgasmo, dormono serene al centro della tela dipinta da Gustave Courbet nel 1866. Il letto è sfatto, e a sottolineare la foga dell’amplesso sulle lenzuola sono sparsi alcuni gioielli: delle spille e una collana di perle.
I capelli neri di una delle due ricadono disordinati sul cuscino, mentre le sue gambe sono ancora avvinghiate al corpo della compagna, che giace addormentata sulla sua spalla. L’immagine è tenera e sensuale allo stesso tempo, con l’audacia che contraddistinse l’autore de L’origine del mondo.
L’opera venne commissionata per il diplomatico turco-egiziano Halil Şerif Paşa, che la conservava nella sua sala da bagno nascosta da una tenda in velluto verde. Esporre un’opera dalla carica erotica così grande, specialmente di un rapporto omosessuale, era considerato scandaloso, tanto che venne inserito all’interno di una mostra solamente nel 1988!
I Modi

Questa volta non parliamo di un’opera sola, ma di ben 16! Si tratta della collezione dei Modi, sedici disegni realizzati da Giulio Romano e stampati dall’incisore Marcantonio Raimondi che illustravano altrettante posizioni sessuali. Le opere ebbero un’enorme successo in forma clandestina, specialmente a Venezia e nel Nord Italia e costarono a Raimondi anche un periodo in carcere.
A commentare queste tavole ci pensò il poeta Pietro Aretino con i suoi sedici Sonetti lussuriosi, o Sonetti sopra i XVI modi, il cui incipit era: “Fottiamci, anima mia, fottiamci presto / perché tutti per fotter nati siamo; / e se tu il cazzo adori, io la potta amo, / e saria il mondo un cazzo senza questo“. Senza dubbio eloquente sul contenuto!
Purtroppo dei disegni originali e delle incisioni non resta molto: solamente due delle stampe di Raimondi sono arrivate fino a noi, mentre nessuno dei disegni di Giulio Romano ci è pervenuto. Per immaginare il loro contenuto ci dobbiamo accontentare delle numerose copie a corredo dei sonetti dell’Aretino e delle opere ad essi ispirate.
Disegno erotico

Francesco Hayez non era solo l’autore del casto e romantico Bacio, riprodotto in milioni di esemplari su qualunque tipo di oggetto. Una sua grande passione erano i disegni erotici, nei quali ritraeva se stesso e l’amante Carolina Zucchi, che nei suoi diari privati elogiava con ardore le capacità amatorie dell’artista.
Si tratta pur sempre di un bacio, dopotutto.
Marty and Veronica


Abbiamo visto disegni, sculture e dipinti: ora passiamo alla fotografia. Nel 1982 l’artista Robert Mapplethorpe realizza la serie fotografica Marty and Veronica, che ha per protagonisti l’attrice e scrittrice Veronica Vera e Marty, un modello nero.
Gli scatti cominciano con dei semplici baci, per poi proseguire con rapporti orali reciproci fino a giungere al sesso vero e proprio. La luce, le espressioni e l’ambientazione delle fotografie toglie all’opera qualunque tipo di carica erotica, giocando esclusivamente sul rapporto fisico tra i due protagonisti e la meccanica dei loro gesti.
Complesso di Khajuraho

Nella regione indiana del Madhya Pradesh si trova il complesso di templi di Khajuraho, oggi Patrimonio dell’Unesco. Costruiti tra 950 e il 1050, ne sopravvivono oggi solo 22 degli 85 che ricoprivano l’area. Lungo le pareti dei templi, divise per fasce alternate, si trovano sculture di immensa bellezza ritraenti scene di vita quotidiana, giovani fanciulle e coppie di amanti.
Queste ultime sono poste tra le fasce più alte del tempio e si ispirano all’antico testo del Kamasutra e alle pratiche tantriche. Per l’antica cultura hindu l’essere umano deve perseguire diverse necessità per vivere la vita in piena armonia, tra queste anche la soddisfazione del piacere fisico, visto come atto vicino alla sacralità, definito come un’unione divina che deve portare piacere e appagamento a entrambi gli amanti.

