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Cinema

Freaks Out: tutte le citazioni cinematografiche presenti nel film3 minuti di lettura

Freaks Out, il nuovo film di Gabriele Mainetti uscirà nelle sale italiane il 28 ottobre 2021. È un film ambizioso, che parla italiano al mondo e in un’altra lingua al pubblico di casa, diventando un’altra pietra miliare tra i film della nuova generazione registica italiana. Qui la nostra recensione in anteprima, per conoscere il mondo magico creato dal regista romano.

Mainetti ha riempito il suo ultimo film di citazioni, Easter Eggs e omaggi al grande cinema di guerra, con una particolare attenzione ovviamente a tutta la produzione ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale. Scopriamo insieme quali sono le pellicole citate dal regista, per le quali spesso serve un occhio molto allenato, dato che nessuna di esse è scontata! Divertitevi a trovare le scene “incriminate” una volta che il film sarà uscito in sala!

Freaks Out: tutte le citazioni e gli Easter Eggs

  • Roma città aperta (Roberto Rossellini, 1945): il capolavoro di Rossellini venne girato in una Roma devastata, a pochi mesi dalla fine della guerra (il film uscì nel settembre del 1945!), raccontando i fatti terribili svoltisi nella Capitale, talmente vivi nella memoria che molte donne picchiarono con le borse le comparse vestite da nazisti, convinte che fossero tornati.
    In Freaks Out viene omaggiata una delle scene più celebri del film; il rastrellamento dei dissidenti da una casa romana. Il portone della casa, le inquadrature del camion e la figura della donna vestita di nero sono pressoché le stesse del capolavoro di Rossellini. Mainetti però non ripropone la celebre scena della morte di Pina, troppo iconica per essere anche solo citata.

  • Shindler’s List (Steven Spielberg, 1993): il ruolo del fratello di Franz è un omaggio al terribile Amon Göth di Ralph Fiennes. Il nome e il ruolo militare sono gli stessi, così come la divisa. Pur con un ruolo marginale, il granitico personaggio rappresenta ed emana la freddezza della gerarchia nazista.

  • Il grande dittatore (Charlie Chaplin, 1940): la pellicola più celebre dedicata alla tragedia del nazismo venne prodotta da Chaplin per sbeffeggiare un dittatore appena salito al potere, che mostrava al mondo la sua cieca megalomania. Iconica in questo senso è proprio la scena del mappamondo, in cui il dittatore gioca come un bambino con un gigantesco globo gonfiabile all’interno del suo studio. In Freaks Out il globo appare durante la coreografia in puro stile nazista che precede la gloriosa entrata in scena di Franz sulla pista del Zirkus Berlin, fatto roteare da un clown.

  • Bastardi senza gloria (Quentin Tarantino, 2009): non poteva mancare all’elenco un film che per giochi dell’assurdo e dialogo tra finzione e realtà storica si avvicina di più alla pellicola di Gabriele Mainetti. Bastardi senza gloria è un caposaldo del cinema dedicato agli anni del nazismo e citarlo era quasi d’obbligo, per questo gli è stato assicurato l’omaggio con la durata più lunga.
    Per evitare spoiler resteremo sul vago, ma ad essere citata è la scena in cui il tenente Hans Landa (il mitico Christoph Waltz) strangola l’attrice Bridget Von Hammersmark dopo aver scoperto il suo doppio gioco. La scena è ripresa in modo letterale, dai movimenti degli attori alle inquadrature, regalando un grande omaggio a Tarantino (curiosità: in Bastardi senza gloria le mani intorno al collo di Diane Krueger sono proprio le sue!).

  • Freaks (Tod Browning, 1932): ovviamente non poteva mancare il film al quale Mainetti ha guardato come prima ispirazione per incipit e idea del suo nuovo lavoro. Il film di Browning non si servì di effetti speciali: tutti i personaggi in scena erano veri “fenomeni da baraccone”, persone con malattie genetiche o deformità rare che venivano mostrate al pubblico dei circhi itineranti. Una pratica crudele, che però fruttava a queste persone, molto spesso abbandonate in tenera età dalle famiglie, soldi e una “casa”. Proprio come succede ai quattro protagonisti di Freaks Out con il loro padre adottivo, Israel.

Laureato in Relazioni Internazionali, scrive da alcuni anni per testate specializzate in Cinema, Arte e Musica. Nel 2021 fonda Art Shapes, per dare voce a chiunque avesse voglia di raccontare la vita a modo suo.