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Cinema

18 film horror (e non solo) da vedere ad Halloween27 minuti di lettura

Fantasmi, possessioni demoniache, serial killer e oscure presenze: sono solo alcune delle tematiche care al mondo del cinema horror che ogni anno viene affrontato anche dai più restii in occasione del 31 ottobre.

Per celebrare la Notte delle Streghe tutta la redazione di Art Shapes si è riunita e ha creato una lista dei propri film horror preferiti, dai grandi classici agli indie meno conosciuti, per un lista capace di soddisfare tutti, dal fan più incallito a chi si approccia al genere con un po’ di timidezza.

Scopri anche la nostra selezione di 10 opere d’arte horror,

perfette per creare la giusta atmosfera in tempo per Halloween!

Suspiria (1977)

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Suspiria

Diretto da Dario Argento il film è considerato il capolavoro del regista e si impone come uno dei classici imperdibili e intramontabili nel panorama dell’horror e non solo. Ispirato liberamente dal romanzo di Thomas de Quincey, Suspira de profundis, il film riesce a mantenere alta la tensione e il mistero lungo tutta la durata del film.

La trama vede Suzy, ballerina americana, trasferirsi in Germania, a Friburgo, per frequentare una celebre scuola di danza. Fin dall’inizio la giovane ragazza nota un clima non amichevole all’interno della scuola, ma questo si rivelerà essere il minore dei problemi per la ragazza. Appena si renderà infatti conto che nella scuola accadono fatti insoliti l’unico obiettivo di Suzy sarà quello di svelare il mistero e contemporaneamente salvarsi.  

In Suspiria Argento combina egregiamente alcuni classici elementi fiabeschi, come streghe e una protagonista apparentemente debole e innocente, con la sua visione cinematografica. Ovviamente tutto in una chiave decisamente più horrorifica. La tensione è sempre presente e questo nonostante alcune scelte estetiche che sembrano allontanarsi dai classici elementi horror.

Le sale della scuola di danza, infatti, sono diverse dai classici luoghi chiusi e oscuri dei film horror lasciando spazio a colori vivaci e ambienti attraenti che riescono comunque a rendere l’atmosfera sempre carica di tensione e di mistero. I giochi di luci e le musiche iconiche si sposano perfettamente con gli eventi e le scene del film dando ancora più forza al film. Pellicola entrata nella storia del cinema è sicuramente un’opera imperdibile indipendentemente se si è o no amanti del genere.

Marco Celi

The Witch (2015)

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The Witch

New England, 1630. Allontanatosi dalla comunità puritana d’origine per seguire una vita di interpretazione più radicale della parola di Dio, il predicatore William si trasferisce con la famiglia in un bosco, per vivere di agricoltura e allevamento. Purtroppo, una serie di eventi terribili e apparentemente inspiegabili sconvolgerà le loro vite. Rapimenti, superstizione e paranoie si susseguono in un horror che sfocia nel drammatico, riproponendo anche alcuni degli stilemi più diffusi del thriller psicologico.

Un film in cui si sceglie, consapevolmente, di non mostrare mai l’orrore in modo esplicito, ma di lasciarlo intuire dall’atmosfera. Rappresentarlo direttamente sulla scena sarebbe troppo semplice: in The Witch, è la nostra stessa immaginazione a mettere i brividi.

Massimo Vispo

Carrie: lo sguardo di Satana (1976)

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Carrie: lo sguardo di Satana

Il film si basa sull’omonimo libro di Stephen King e racconta la travagliata storia di Carrie White.

La protagonista è una giovane adolescente complessata, cresciuta da una madre disturbata e sola, la quale basa l’intera educazione della figlia su rigidi dogmi biblici. Carrie è lo zimbello della sua scuola. È un’anima fragile, dolce ed incompresa. Viene vessata da tutti. Nessuno sa quanto sia orribile la sua esistenza.

Un giorno tutto cambia: mentre è sotto la doccia dopo la lezione di educazione fisica, per la prima volta nella sua vita ha il ciclo mestruale e crede di stare per morire. La madre non le ha insegnato nulla sul suo corpo. Le compagne la scherniscono e la umiliano, andando così in contro ad una punizione da parte della professoressa di ginnastica. Tutte le compagne che hanno preso parte a questa burla, non potranno andare al ballo di fine anno. Questo fatto scatenerà due eventi irrimediabilmente intersecati e nefasti.

A seguito del ciclo, Carrie scopre di possedere dentro di sé poteri telecinetici. Nel frattempo Sue, compagna di scuola più sensibile, si pente dei suoi gesti e convince il proprio ragazzo, Tommy Ross ad invitare Carrie al ballo di fine corso.

Parallelamente un’altra compagna, Chris, decide invece di vendicarsi su Carrie per aver subito a suo parere un ingiusta punizione per quello scherzo. Carrie e Tommy vengono proclamati la più bella coppia della festa ma quando sono sul palco vengono sommersi da sangue di maiale. Carrie confusa, tramite il suo potere, provoca un incendio in cui periscono colpevoli e innocenti.

Smarrita e spaventata Carrie torna a casa e viene aggredita dalla sua stessa madre. La uccide e incendia la casa, morendo lei stessa nel rogo. Dopo un po’ di tempo Sue si reca a portare fiori sulla disprezzata tomba di Carrie e dal suolo una mano insanguinata la afferra.

Andrea Manca

Haunt (2019)

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Haunt

HAUNT è una creazione cinematografica prodotta da Eli Roh e diretta da Scott Beck e Bryan Woods, anche registi del famoso A Quiet Place.

Come in ogni Halloween, c’è un gruppo di giovani pronti a vivere una notte terrificante, come nel caso dei protagonisti di HAUNT. Harper e i suoi amici visitano una casa degli orrori dove un personaggio inquietante li aspetta all’ingresso per accoglierli. Finora, tutto sembra promettere una notte divertente e diversa, quello che non si aspettano sono i giochi sanguinosi che dovranno affrontare all’interno di questo labirinto creato per metterli alla prova.

La trama, gli eventi inaspettati e le reazioni dei personaggi ci terranno gli occhi aperti e curiosi di sapere cosa sta succedendo e perché, perché tutto ciò che questo gruppo di giovani attraversa ha uno scopo oscuro che vi cambierà la faccia.

Questo film a metà strada tra l’horror e lo scherzo, con un accenno all’horror stereotipato e commerciale, si può vedere sulla piattaforma Amazon Prime.

Carolina Fernandez

Jeepers Creepers (2001)

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Jeepers Creepers

Un film horror da scoprire o rivedere ad Halloween è Jeepers Creepers, un film non molto conosciuto, ma veramente ben fatto, dalla trama e dagli effetti speciali per nulla banali.  

Film americano del 2001, diretto da Victor Salva, ha come protagonisti un fratello ed una sorella che stanno tornando a casa dal college, in auto. Sulla lunga e solitaria strada di ritorno, vengono perseguitati da una creatura infernale senza nome. Successivamente scopriranno che è uno strano essere che si sveglia ogni 23 anni per soli 23 giorni, durante i quali si nutre prima di tornare in letargo. Sceglie le proprie vittime fiutandone la paura, per poi scegliere quali parti mangiarne. 

Anche il secondo capitolo è molto interessante: il film parte da pochi giorni dopo i fatti del primo e si concentra su un gruppo di studenti che, mentre tornano con il pullman a casa dopo una partita di baseball, vengono inseguiti dalla creatura. Anche il secondo capitolo vale la pena di essere visto, soprattutto la notte di Halloween, magari al buio… 

Buona visione e buon Halloween!  

Martina Evoli

L’evocazione – The Conjuring (2013)

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The Conjuring

Nel 2013 esce nei cinema italiani L’evocazione – The Conjuring (The Conjuring), il nuovo film horror di James Wan. La pellicola affonda le sue radici direttamente nella realtà, muovendo dalle testimonianze di Ed e Lorraine Warren, due ricercatori americani specializzati nell’analisi dei fenomeni paranormali e soprannaturali.

Il motivo della ‘casa infestata’ viene ripristinato e portato ai suoi massimi livelli espressivi dalla regia di Wan.

1971, Rhode Island: la famiglia Perron, molto numerosa, moglie marito e 5 figli si trasferisce in una casa di campagna isolata nella città di Harrisville.

Inizialmente la quotidianità nella nuova casa procede senza imprevisti, ma ben presto qualcosa cambia. Si verificano in successione fenomeni inspiegabili, orologi che si bloccano, porte che sbattono, rumori privi di un’origine evidente, che colpiscono ogni singolo membro della famiglia.

L’arrivo dei coniugi Lorraine (Patrick Wilson e Vera Farmiga), esperti in demonologia, su richiesta di Carolyn e Roger Perron, sempre più preoccupati degli inspiegabili fenomeni casalinghi che si verificano con insistenza, porterà alla luce le traumatiche cause dei misteriosi fenomeni della casa.

Lo spettatore viene così catapultato nella dimensione del soprannaturale e dell’esorcismo. La possessione, la morte e la vita dopo la morte sono i temi portanti di un film in cui il terrore e la paura non sono mai restituiti attraverso plateali scene di sangue e di violenza. Qui la violenza è quella percettiva dei cinque sensi, che scende in profondità e lascia il segno. Un segno destinato a protrarsi nei successivi capitoli di una serie di cui L’evocazione è solo l’inizio.

Elena D’Avino

Hocus Pocus (1993)

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Hocus Pocus

Un classico di Halloween ma di certo non un horror, Hocus Pocus è una commedia fantastica del 1993 diretta da Kenny Ortega per la Walt Disney Pictures. Ortega per la Disney aveva diretto nel 1992 il musical Nwesies e sempre sua è la regia di due film tv per la Disney Channel: High School Musical e Descendants.

Protagoniste di Hocus Pocus sono le sorelle Sanderson, Winifred, Mary e Sarah, tre streghe riportate in vita dopo 300 anni nella notte di Halloween. Tornate in vita, il loro obiettivo è solo uno: recuperare la giovinezza lanciando un incantesimo sulla città. Il loro piano verrà mandato all’aria da Max, Allison e Dania e Binx, un gatto parlante.

Inizialmente il titolo del film doveva intitolarsi Halloween House; in molti paesi si è deciso di usare il titolo Abracadabra, anche quest’ultima una formula magica simile ma probabilmente più conosciuta di Hocus pocus. Il film si svolge a Salem nel Massachusetts e molte delle scene all’esterno sono state girate proprio a Salem, dove nel 17° secolo si tenevano veri processi alle streghe. 

In Hocus Pocus le tre streghe sorelle Sanderson non hanno minimamente l’aspetto malvagio ma anzi sono buffe ed eccentriche. I loro gesti sono portati all’estremo, come ad esempio la loro camminata. Anche l’abbigliamento delle tre sorelle è tutt’altro che macabro: intento della Costume Designer Mary Vogt fu quella di distinguerle dalle altre streghe viste al cinema in passato.

L’abbigliamento di ogni singola strega riflette il suo carattere: l’abito di Winnifred è senza tempo ma allo stesso dal sapore medioevale; inoltre il verde della stoffa esalta i capelli rossi. L’abito di Mary è più semplice, dai colori intensi mentre quello di Sarah è arioso, un po’ come lei che ha sempre la testa tra le nuvole.

L’aspetto di Winnifred ricorda quello di una befana con denti da castoro e un trucco esagerato. Pare che per la sua interpretazione, Bette Midlers si sia ispirata a Margaret Hamilton in The Wizard of Oz, ad Anjelica Huston in The Witches e alla Regina di Cuori di Alice nel Paese delle Meraviglie. Per il personaggio di Tuchery, versione gatto, sono stati usati 8 gatti neri diversi e 6 gatti robotici e la computer grafica è stata usata per l’animazione del personaggio

Lo zombie Billy è interpretato da Doug Jones, conosciuto per aver partecipato a molti film di genere horror, fantascienza e fantasy, abituato a passare ore ed ore tra i trucchi speciali di scena come in Hellboy, Fantastic 4: rise of the Silver Surfer e più recentemente nel film vincitore dell’Oscar per Miglior Film nel 2017, La forma dell’acqua.

Piccola curiosità per i fan di F.R.I.E.N.D.S: nel film si vede anche la fontana del Warner Ranch House, resa celebre grazie alla sigla della rinomata serie tv statunitense! Hocus Pocus è un vero classico da guardare nella notte di Halloween: pronti a vedere cosa possono combinare tre streghe catapultate nel 20° secolo?

Cristina Cotrona

The Human Centipede saga (2009-2015)

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The Human Centipede saga

Nel 2009 il Marchese de Sade ha avuto la peggio con la trilogia The Human Centipede di Tom Six. La trama di questi film ruota intorno alla medesima idea: un medico decide di lanciarsi in un’impresa unica nel suo genere; cucire insieme delle persone, bocca con ano, allo scopo di creare un “centopiedi umano”.

Voi direte: “Ho visto di peggio“. Questa affermazione, per quanto possa essere veritiera, non tiene in conto dell’effetto subdolo che la visione di questo esperimento lascia nello spettatore. La Trilogia del Disgusto, nella sua climatica evoluzione, lascia ben poco all’immaginazione e, alla fine, ci sentiamo noi i veri colpevoli, noi che attraverso il film sfoghiamo la fantasia ai limiti dell’insano.

Inutile dire che i film hanno fatto molto discutere e sono stati vietati in alcuni paesi, tra i quali la Gran Bretagna. La trilogia non è disponibile sulle nostre piattaforme di streaming, però i DVD sono acquistabili su Amazon, se proprio ci tenete.

Sara Stefanovic

The Orphanage (2007)

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The Orphanage

Juan Antonio Bayona dirige un film che tiene lo spettatore col fiato sospeso per tutti e 105 i minuti della sua durata. La storia ruota intorno al cupo orfanotrofio nel cuore delle Asturie dove è cresciuta Laura, una bambina ormai adulta che conserva ricordi talmente felici del luogo da volerlo acquistare, per rinnovarlo e donare ai bambini soli al mondo un’infanzia serena come la sua.

Il giorno dell’inaugurazione l’edificio è pieno di bambini in maschera, palloncini colorati e dolcetti. Tutti si stanno divertendo finché Simón, figlio adottivo di Laura, scompare nel nulla. Nessuno sa dove possa essere andato. Mentre l’ansia di Laura e del marito Carlos si fa crescente, in mezzo alla festa compare un bambino singolare, travestito da spaventapasseri che insegue la donna e la ferisce, per poi sparire proprio come Simón.

Dopo la sparizione del bambino le pareti dell’orfanotrofio si fanno più strette per la coppia, che sembra essere ignorata e sminuita dall’intera comunità. La ricerca di Simón porterà Laura a conoscere meglio la storia del luogo in cui è cresciuta, così dorato ai suoi occhi di bambina felice, ma dal passato oscuro e terribile, tornato per aprire gli occhi alla nuova proprietaria.

Il film è perfetto per tutti coloro che bramano emozioni forti ma odiano le soluzioni facili dell’horror, dalle porte che sbattono ai mostri che camminano per i corridoi. Qui a farla da padrone è l’ansia del pericolo imminente, non il jumpscare di turno.

Beatrice Curti

Halloween Kills (2021)

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Halloween Kills

In una serata da brividi come Halloween, lo spietato Michael Myers, non si fa certo aspettare. Nell’ultimo capitolo della saga, la furia assassina continua a spaventare la cittadina di Haddonfield con la sua carneficina. 

Convinta di essersi finalmente liberata del suo peggior incubo, Laurie Strode (Jamie Lee Curtis) rinchiude Michael nel suo seminterrato, dandolo alle fiamme. Ma come in ogni film horror, il peggio deve ancora venire. Il Male fatto a persona riesce a liberarsi e procede nella sua caccia, ammazzando tantissime persone.

Gli abitanti, però, stufi di tanti e lunghi anni di terrore, si uniscono alla ricerca dell’assassino, sarà stata la scelta giusta?

Halloween Kills non è il solito horror che spaventa e basta, il regista David Gordon preferisce lo slasher. Divertimento, adrenalina, paura e violenza si uniscono per dar vita a un grande spettacolo: sangue, coltelli, lame, fuoco mettono in scena la morte e la sua agonia in pieno schermo. Se si sceglie Halloween Kills la trama viene dopo, quello che conta è la spettacolarità con cui viene raccontata.

Elisa Ricci

Shining (1980)

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Shining

Se siete amanti della tranquillità e della neve è l’occasione giusta per regalarsi qualche giorno di riposo all’Overlook Hotel. Immerso fra le montagne del Colorado è sinonimo di tranquillità, adatto a chi vuole immergersi nella natura e dedicare un po’ di tempo al relax, o magari alla scrittura.

Vi accoglierà il nostro il nostro qualificato staff e il nostro barista Loyd, capace di servirvi i migliori drink del paese, e di raccontarvi grandi storie del passato. L’Overlook Hotel offre grandi sale per meravigliose feste, che ogni anno ricordiamo alle pareti dei nostri muri; le camere sono numerose e spaziose, purtroppo gli ascensori hanno qualche problema idrico ma verrà risolto al più presto.

Se per questo Halloween non hai impegni ti conviene fare un salto da noi, adatto sia alle coppie che alle famiglie con bambini, i quali amano particolarmente per trattenersi a giocare nei nostri corridoi.

Giacomo Curti

Nightmare Before Christmas (1993)

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Nightmare Before Christmas

Nel vasto repertorio di film dalle cupe ambientazioni, personaggi spaventosi e attività paranormali non mancano proposte anche per chi si spaventa facilmente.

Se vi terrorizza anche solo l’idea di un film horror e non volete passare la notte insonne, attenti a ogni minimo rumore intorno a voi, Nightmare Before Christmas è la scelta giusta.

Si tratta di un film di animazione del 1993, ideato e co-prodotto da Tim Burton e diretto da Henry Selick, orai diventato un grande classico.

La trama si sviluppa intorno alla figura di Jack Skeletron, uno scheletro vivente vestito con elegante smoking e re del Paese di Halloween, dove regna su mostri, streghe e zombi.

Stanco di doversi impegnarsi ogni anno nei preparativi per la festa del 31 Ottobre e di dedicare la propria vita solamente a spaventare gli altri, Jack vive una vera e propria crisi esistenziale. Un giorno, per caso, si ritrova nel Paese del Natale, dove tutto è gioia, festa e regali e decide di voler realizzare quella stessa atmosfera anche nel suo regno.

Jack decide di organizzare un suo Natale, ma i suoi sudditi da sempre abituati a vivere tra elementi spaventosi e terrificanti proprio non riescono a comprendere lo spirito natalizio.

Il risultato è una festa abbastanza inquietane con slitte trainate da scheletri di renne, regali macabri e pericolosi, e il rapimento di Babbo Natale. Tutto, però, si conclude con un lieto fine.

Vero punto di forza della pellicola, comunque, sono gli effetti speciali, per cui il film ha ricevuto una candidatura agli oscar, e soprattutto la colonna sonora (con canzoni spettacolari nella versione originale sia in quella italiana, con la voce di Renato Zero).

Giulia Marzorati

Gli uccelli (1963)

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The Bird

Ispirato al racconto della scrittrice Daphne du Maurier, Gli Uccelli (The Birds) è un horror psicologico diretto da Alfred Hitchcock ed è considerato uno dei capolavori più memorabili del celebre regista britannico.

La protagonista, la sofisticata Melania Daniels, figlia di un importante editore locale e personaggio dal carattere indipendente e deciso, s’imbatte nel giovane avvocato Mitch all’interno di un negozio di animali. Affascinata dal giovane, Melania decide di recarsi a Bodega Bay dove egli è solito trascorrere spesso i fine settimana in compagnia della sorella e della madre.

Al suo arrivo però, la donna viene subito attaccata da un gabbiano, ma decide di non dare troppo peso all’accaduto. Tuttavia, durante la sua permanenza, si verificano diversi fatti inspiegabili e sinistri come il ritrovamento del cadavere di un agricoltore dagli occhi cavati e l’inseguimento di un gruppo di scolari da parte di un aggressivo stormo di corvi.

In breve tempo gli abitanti della baia si ritrovano, nonostante i loro tentativi di ignorare gli inquietanti episodi, faccia a faccia con un nemico spietato, gli uccelli, la cui presenza sembra infestare ogni angolo della cittadina.

È a questo punto che si delineano le dinamiche su cui si basa l’intera pellicola: da una parte vi è l’uomo, inerme ed impaurito, e dall’altra la natura, minacciosa ed imprevedibile. Notevole è anche la trasformazione della protagonista durante il corso degli eventi: Melania passa dal dimostrare un atteggiamento spavaldo ed impavido ad essere talmente terrorizzata dai volatili da barricarsi in casa.

Hitchcock ci offre un eccellente thriller psicologico dal ritmo incalzante, capace ad oltre cinquant’anni dalla sua realizzazione, di catturare appieno l’attenzione dello spettatore e tenerlo con il fiato sospeso sino all’ultima scena.

Rayana Angioletti

Interview with the Vampire: The Vampire Chronicles (1994)

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Intervista col vampiro (1994)

Film cult del 1994, Intervista Col Vampiro vanta nel suo cast attori del calibro di Tom Cruise, Brad Pitt e una giovanissima Kirsten Dunst.

La prima scena si svolge a San Francisco nel 1993, Louis de Pointe du Lac ( Brad Pitt) viene intervistato da un giornalista, rivelando la sua identità di vampiro e come egli debba fare i conti con il pesante fardello dell’immortalità.

Da qui inizia un flashback che porta lo spettatore a contatto con il passato di Louis. New Orleans 1971, Louis ha perso moglie e figlio, dunque, avendo perso ogni ragione che lo tenesse in vita cerca di farla finita. A fermarlo nel suo intento è Lestat de Lioncourt (Tom Cruise) che lo salva dalla morte trasformandolo in un vampiro. Da qui ha origine la maledizione per Louis, che, al contrario di Lestat, non riesce a uccidere alcun essere umano per cibarsi.

L’aspetto interessante di questo film è come esso abbia aperto le porte a un genere tutt’ora molto seguito (si pensi per esempio al fenomeno di Twilight) in cui creature dall’aspetto mostruoso e terrificante, come in questo caso i vampiri, vengono umanizzate mostrandone fragilità e vulnerabilità. Nonostante questo lato più romantico non mancano scene spaventose per gli amanti del genere.

Claudia Caletti

The woman in black (2012)

The Woman in Black
The Woman in Black (2012)

The Woman in Black è un film diretto dal regista inglese James Watkins, basato sul romanzo omonimo di Susan Hill del 1993. Si tratta di una ghost story vecchia scuola, in cui l’horror non è mai mostrato direttamente ma per tutto il film l’inquietudine e la paura aleggiano tra i silenzi e i sussurri dei boschi.

La storia è proprio la classica storia di paura: una casa infestata in un paesino sperduto in cui tutti sanno ma nessuno dice, un forestiero, in questo caso un giovane avvocato vedovo padre di un bambino di circa tre anni, che indaga sulla suddetta casa infestata e ovviamente il nostro fantasma.

Protagonisti di questa storia sono i bambini, protagonisti anche della festa di Halloween. Ci sono teorie secondo cui la figura del bambino è ibrida, fa in qualche modo da collegamento con la morte dato che la vita gli appartiene da poco tempo: i bambini sono soglie verso l’altro mondo, e sono proprio loro i prescelti dalla Donna in nero che senza proferire parola li attira a sé e verso una morte assolutamente violenta e dolorosa.

The Woman in Black è un film che va visto di giorno e dopo il quale bisogna distrarsi. Lontano dagli standard attuali, è un film lento che si sedimenta. Le inquadrature a campo largo immergono la storia in un tempo e in luogo che non c’è, i colori freddi e il sottotono azzurro sottolineano l’atmosfera fantasmatica e l’ombra onnipresente della donna insegue lo spettatore e l’avvocato in ogni angolo della meravigliosa casa che sembra quasi una scenografia teatrale in cui sono messe in scene le sequenze più paurose di tutto il film. Nota stonata il finale aperto che ammicca a un happy ending ma banalizzando l’intera vicenda. La resa è molto forzata e risulta finta, quasi palpabile il green screen.

Un solo Jumpscare e direi che basta così: in The Woman in Black l’attesa della paura è essa stessa la paura.

Maura Vindigni

Funny games (1997)

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Funny games (1997)

Una famiglia felice si appresta ad andare in vacanza nella propria villa fuori città, pronta a trascorrere dei giorni tranquilli lontano dal caos cittadino. Sembrerebbe tutto normale, vero? O, al contrario, è l’inizio di un film horror splatter? Entrambe supposizioni errate.

Potete sedervi comodi e godervi il capolavoro del regista Micheal Haneke (che ci ha voluto deliziare perfino con un remake shot-for-shot dello stesso nel 2007), mentre sarete catapultati in un film disturbante e durissimo, dove l’ansia lascerà spazio alla curiosità seguendo le gesta macabre di una giovane coppia di amici in preda alla noia estiva, che decide di invadere la casa della famiglia e rendere la loro vacanza una vera e propria agonia.

Crude scene di violenza fisica ma soprattutto psicologica, un’immensa dose di sadismo e insopportabili momenti di silenzio che vanno via via ad aumentare la complicità che si crea tra lo spettatore e i due aguzzini. A tutto ciò si aggiunge la straordinaria consapevolezza dei giovani vessatori di trovarsi a tutti gli effetti in un film e, quindi, di avere il principale e unico scopo di divertirsi e far divertire chi assiste a questo terrificante gioco lungo 109 minuti. 

Chicca di questo meraviglioso film è la rottura della quarta parete, con gli occhi dei due antagonisti che guardano dritto in camera, mentre continuano a dirigere lo spettacolo e a creare nello spettatore una certa irritazione mista a voyeurismo. È proprio quest’ultimo l’oggetto di studio del regista, che indaga e scava nell’animo umano per trovare e appagare quella sete di violenza dello spettatore, che si troverà a un certo punto a dover scegliere da che parte stare: provare pena per la povera famiglia o diventare complice della lenta e crudele tortura. 

Di certo, con un legame così potente che si va a creare tra personaggi e spettatore, si può dire che Haneke sia riuscito nel suo sadico e coinvolgente intento. 

Fabiola Miccoli

Madre! (2017)

Madre! (2017)

Una villa vittoriana immersa in una campagna desolata e una coppia di innamorati che vi dimora. Lei, una giovane donna che trascorre le proprie giornate intenta a restaurare l’immobile – molto più che una semplice casa, quasi un’entità vivente –, lui, suo marito, uno scrittore in piena crisi creativa.   

Quando uno sconosciuto si presenta alla porta, viene subito accolto in casa dall’uomo, nonostante la riluttanza di sua moglie. Il misterioso visitatore non sarà però l’unico estraneo a insinuarsi nella casa – e nella vita – della coppia. Raggiunto dalla moglie prima e dai due figli poi, il suo arrivo darà il via a un singolare susseguirsi di visite di strani individui che con prepotenza si imporranno sui padroni di casa. La coppia sarà quindi risucchiata da un vortice di angosciante squilibrio e pazzia, in un’atmosfera che potremmo definire kafkiana per la sua perturbante assurdità.

Madre! è un film che divide, che turba e rapisce lo spettatore, che si ritrova a immedesimarsi nella protagonista, provando il suo stesso senso di angoscia e invasione soffocante, che la contrappone alla sconvolgente follia da cui sembra essere mossa la controparte maschile, che fin da subito asseconda i comportamenti più assurdi degli estranei che hanno letteralmente invaso la loro casa, forse ignara delle terribili conseguenze che un simile gesto può celare.

Marta Immorlano

Henry, pioggia di sangue (1986)

Henry, pioggia di sangue

Prima di Dahmer, Il Silenzio degli Innocenti e American Psycho c’è stato Henry, pioggia di sangue. Siamo nel 1985, il regista John McNaughton sta girando il suo secondo lungometraggio. Una storia ispirata alla vita di Henry Lee Lucas, uno dei più efferati serial killer della storia americana. Film girato a bassissimo costo (poco più di 100.000 dollari), Henry, pioggia di sangue è raccontato attraverso le confessioni rilasciate alla polizia dallo stesso Lucas. La cosa che più lascia perplessi è la poca chiarezza dei ricordi del killer: lo stesso fatto viene raccontato in modo diverso, anche a distanza di pochi minuti. Henry e Otis Toole, il suo braccio destro, compiono una serie di omicidi in giro per gli States. In seguito nella storia arriva Becky, la sorella di Otis, che si invaghisce di Henry. Le figure dei due killer si differenziano e danno l’idea del “fascino” che può avere un omicida folle sulle menti deboli: Henry è pazzo ma ha un suo modus operandi, mentre Otis è il debole della coppia, pronto a fare tutto quello che gli dice l’altro. Lo stile di McNaughton è volutamente monocorde, dall’impronta documentaristico e “girato male” proprio per dare un senso  di snuff movie.

Terminato nel 1986, il film faticherà ad avere una distribuzione a causa dei contenuti molto violenti. Uscirà negli Stati Uniti solo nel 1989, in Italia tre anni dopo. Come non ricordare la citazione che ne fa Nanni Moretti in Caro Diario: nel primo episodio del film, in una Roma deserta, Moretti va al cinema a vedere proprio Henry, pioggia di sangue, convinto dalla recensione positiva di un critico de Il Manifesto. Uscito dalla sala disgustato dal film, il regista romano ricorda le parole del critico. Lo stesso, nella scena seguente, è piangente su un letto con Moretti che lo umilia ripetendogli nervosamente la sua recensione. Epico.  

Gli articoli firmati dalla redazione di Art Shapes. Pezzi collettivi o firmati a più mani dai nostri autori.