
Cinema e arte: 10 film da non perdere se amate entrambi8 minuti di lettura
Il cinema è annoverato ormai da molti anni come una vera forma d’arte, la settima per essere precisi. Spesso questo mezzo e le arti figurative si sono incontrati e scontrati, prendendo spunto più volte l’uno dall’altra.
La reale magia avviene però quando il cinema sceglie di raccontare l’arte e i suoi protagonisti, creando un matrimonio perfetto tra linguaggi. Come raccontare al meglio un artista se non prendendo in prestito la sua visione? Così hanno fatto i 10 film che abbiamo selezionato; delle vere e proprie dichiarazioni d’amore all’arte.
Loving Vincent
2017, regia di Dorota Kobiela e Hugh Welchman

Nato da un gruppo di artisti e appassionati della figura di Vincent Van Gogh, Loving Vincent è un vero esperimento creativo: 125 artisti hanno dipinto a mano quasi 67 mila fotogrammi e oltre mille quadri per realizzare un mondo uscito dal pennello del tormentato artista olandese. Il film utilizza la tecnica rotoscope, in cui scene e attori vengono ricalcati dagli artisti per dare più verosimiglianza alle figure animate.
La trama del film inoltre è basata su una rilettura recente relativa alla morte dell’artista, circondata da un’aura di mistero che il giovane Armand, figlio del famoso postino di Arles Roulin, cercherà di dipanare, seguendo le orme di Vincent e addentrandosi nella sua psiche.
Big Eyes
2014, regia di Tim Burton

I dipinti di Walter Kane (Christoph Waltz) andavano estremamente di moda negli anni Sessanta, finendo sulle pareti di tutte le case dell’alta società americana. I tristi orfanelli dagli occhi giganteschi però nascondono un triste segreto: tutti i dipinti sono stati realizzati dalla moglie di Walter, Margaret (Amy Adams), che convinta dal marito a nascondersi per vendere di più, ha lasciato che l’uomo sfruttasse il suo talento per ottenere soldi e celebrità.
Una storia vera restituita dai toni grotteschi della satira di Tim Burton alla tranquilla borghesia statunitense.
La migliore offerta
2013, regia di Giuseppe Tornatore

Virgil Oldman (Geoffrey Rush) è un grande collezionista ed esperto d’arte, appassionato soprattutto di ritratti femminili che custodisce in un caveau tappezzato di magnifici dipinti di ogni epoca. Schivo e solitario, l’uomo vive per il suo lavoro e la sua passione finché non conosce una ragazza molto particolare. La donna non esce mai di casa e teme di farsi vedere, per cui i due si scambiano solamente lettere e telefonate, che man mano si fanno più lunghe e appassionate vincendo l’iniziale reticenza dell’uomo, che si innamora della donna diventandone quasi ossessionato.
Il film è un crescendo mozzafiato tra due persone amanti dell’arte che non si conoscono ma si rispettano e vincono le rispettive paure fino allo sconvolgente finale. Un film dipinto più che diretto.
Volevo nascondermi
2020, regia di Giorgio Diritti

Anche l’Italia ha il “suo” Van Gogh: un uomo tormentato dai fantasmi della sua mente che però dimostrava sulla tela una sensibilità fuori dal comune. Il suo nome era Antonio Ligabue e visse gran parte della sua vita come un senzatetto, abitando nei boschi sulle rive emiliane del Po.
Elio Germano si mette nei difficili panni dell’artista, restituendo un ritratto fedele e rispettoso, aiutandosi anche dal celebre documentario Rai che negli anni Sessanta seguì la vita di questo schivo personaggio, amato e odiato dagli abitanti di Gualtieri. Le coloratissime tele di Ligabue sbocciano come fiori in una campagna umida e nebbiosa, molto lontana dalle suggestioni esotiche di tigri e giungle dipinte dall’artista, che amava follemente gli animali, trovando con loro una connessione espressa meravigliosamente all’interno della pellicola.
Pollock
2000, regia di Ed Harris

Ed Harris dirige e interpreta l’intenso biobic sulla vita di Jackson Pollock, l’artista simbolo dell’espressionismo astratto americano. I ritmi del film sono serrati, creando nello spettatore quel senso di incompiutezza e angoscia che caratterizzò il pittore fino alla fine della sua vita. Pollock nasce dalla necessità del regista di raccontare una vicenda che lo aveva estremamente colpito sin da quando era giovane, quando il padre gli regalò un libro sulle opere dell’inventore del dripping.
I colori dell’anima
2004, regia di Mick Davis

Andy Garcia veste i panni di Amedeo Modigliani in questo film corale che pur seguendo la vita del grande artista livornese dipinge un affresco della difficilissima vita nella Parigi bohemienne, popolata di grandi talenti squattrinati, che vivevano alla giornata vendendo per pochi soldi le loro opere. Tra loro riconosciamo Utrillo, Picasso e Soutine, insieme a grandi mecenati come Jean Cocteau e Gertrude Stein.
Seppur molto romanzato, I colori dell’anima trasmette la brama di vita e di amore tipica del periodo, in cui l’arte rappresentava per molti l’unico appiglio prima del baratro, fatto da miseria, malattia e alcolismo.
Francofonia
2015, regia di Alexandre Sokourov

La pellicola racconta la stretta quanto improbabile collaborazione tra il direttore del Louvre Jacques Jaujard e il capo della commissione tedesca per la protezione delle opere d’arte in Francia, il conte Franz Wolff-Metternich. I due lotteranno rischiando la vita per mettere in salvo le opere del museo e di Parigi durante l’occupazione nazista in Francia nella Seconda Guerra Mondiale. “Cosa saremmo noi uomini senza l’arte” si chiede il conte in una scena del film.
Frida
2002, regia di Julie Taymor

La vita di Frida Kahlo è forse tra le più note del mondo dell’arte, grazie all’aura commerciale che purtroppo si è creata intorno all’iconica artista messicana, diventata un prodotto a uso e consumo delle masse. Il film di Julie Taymor mostra la fragilità e il dolore di una donna ferita nel corpo e nell’anima dai continui tradimenti dell’amatissimo marito Diego Rivera.
Frida, interpretata magistralmente da Salma Hayek, reagisce attraverso la pittura e il suo orgoglio di donna messicana, di cui recupera le tradizioni folkloristiche nell’abbigliamento e nei riferimenti all’interno dei suoi numerosi autoritratti, realizzati perché “sono la persona che conosco meglio al mondo”.
Piccola curiosità: all’interno del film compaiono molti dipinti che non sono mai stati realizzati da Frida Kahlo. Questi ultimi sono stati dipinti dalla stessa Salma Hayek per sottolineare alcune scene salienti del film.
Little Ashes
2008, regia di Paul Morrison

Arrivato da poco in Italia, questo film è una piccola perla del cinema da recuperare al più presto. Un giovane Robert Pattinson interpreta Salvador Dalì durante la sua giovinezza nella Spagna degli anni Venti, caratterizzata dal fortissimo legame dell’artista con il poeta Federico Garcia Lorca, interpretato da Javier Beltran . L’amicizia tra i due spesso lascia intendere un amore nascosto e mai ammesso dal pittore, nemmeno quando Lorca venne fucilato dal regime di Franco a causa della sua omosessualità.
Basquiat
1996, regia di Julian Schnabel

La breve e intensa vita di Jean Michel Basquiat viene messa in scena da una persona che lo conosceva bene: il regista Julian Schnabel non solo faceva parte di quel fermento artistico che coinvolse New York tra gli anni Sessanta e Ottanta, dominati dalla Factory di Andy Wharol, ma era anche un caro amico del giovane artista, morto di overdose a soli 28 anni.
Nei panni del re della Factory Andy Warhol troviamo un grandioso David Bowie accanto a un giovanissimo Jeffrey Wright nei panni di Basquiat.
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