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Noemi Priolo
Arte

Fēmĭna, ora e ancora: la preghiera delle mantidi4 minuti di lettura

La mantide religiosa è stata uno dei simboli di ispirazione per alcuni artisti del surrealismo. Cosi, rappresentanti del movimento come Dalí, Masson, Giacometti e Hans Bellmer hanno ritratto e associato l’idea di questo essere mistico, noto per la sua natura predatoria, alla figura femminile. Il fatto è che il corpo della donna è sempre stato considerato fonte d’ispirazione per la creazione artistica. Le sue forme sinuose e voluttuose hanno dato origine a grandi opere, tuttavia, non sempre è stato ritratto unicamente come esempio di bellezza, ma per  alcuni artisti il corpo femminile ha rappresentato un veicolo per esternare frustrazioni personali, paure e insoddisfazioni, sfociando in un approccio chiaramente distruttivo.

È vero che l’immaginario surrealista ha ampliato le possibili rappresentazioni della femminilità, ma questo è stato fatto praticamente da un punto di vista sessualizzato, dove le donne diventavano oggetti di desiderio o la personificazione del cannibalismo. Prendendo ad esempio il disegno “Dalì e Gala” o “Cannibalismo d’Autunno”, entrambi di Dalì, ciò che emerge è il concetto di donna affamata. Inoltre lo stesso artista, arrivò ad affermare che “la nuova attrazione sessuale delle donne verrà dal possibile uso delle loro capacità e risorse spettrali, cioè dalla loro possibile dissociazione”.

Priolo, N. Offertorio

La metamorfosi da donna a mantide

Come Dalí, l’artista Noemí Priolo evoca una nuova idea di donna, anche se da un punto di vista riconciliatorio e riparatore. Attraverso un percorso profondamente introspettivo, Noemi Priolo da vita al suo nuovo progetto, che prende il nome dal personaggio protagonista: “Fēmĭna”. Una nuova figura, una mantide femminile, una creatura carica di simbolismo e significato, una rappresentazione spirituale che incarna tutte le facce dell’essere donna.

Infatti, questo è il punto di partenza. In precedenza, nella storia, le donne erano state relegate in secondo piano, sempre osservate e limitate da una serie di parametri stabiliti da una società unilaterale. Le donne artiste non potevano lavorare su certi generi e temi, soltanto si concentravano sulle rappresentazioni paesaggistiche, sviluppo visivo del proprio corpo o sugli autoritratti. Una riflessione a cui le artiste continuano a dare contenuto e identità ancora oggi.

I diversi trattamenti del corpo femminile nell’arte hanno portato a una rivoluzione iconografica, passando dalla donna come essenza della bellezza o creatura fragile, alla donna come essenza dell’ “essere”, il che implica anche l’apparizione del profilo della cacciatrice, della combattente, della mantide. È qui che Priolo concentra le sue sculture, le sue donne trasformate in mantidi sono la rappresentazione di tutto ciò che è una donna, senza trascurare o ignorare nessuno di questi parametri.

Priolo, N. Santino Fēmĭna

Fēmĭna, accettazione di sé

Questa identità femminile alternativa è proiettata da un concetto mistico e spirituale, inteso quasi come una religione dove c’è bisogno di un credo. L’ essenza principale è la normalizzazione della figura della donna e della sua condizione di essere perfettamente imperfetta. Questa credenza è diffusa dalla dea mantide.

Non a caso, la sua apparizione davanti al pubblico avverrà in un luogo di culto, una struttura sacra e austera. Cosí, l’artista ha dotato la dea mantide di uno spazio proprio, in piedi su un altare e accompagnata dalle sue fedeli. Loro coltivano il credo all’interno di un santuario dove sono accolti tutti i difetti e virtù di chi entra. Dove nessuno deve pulire i suoi complessi prima di entrare, ma solo contemplare la trasparenza dell’essere. Perché l’essere è il permesso stesso dell’accettazione.

Noemi Priolo
Priolo, N. Fēmĭna. Ph. Riccardo Vivoli

L’artista evoca una visione conciliante e permissiva dell’essere umano, ma soprattutto, con un’enfasi sulle donne, mantiene, valorizza e amplifica il discorso femminista che è presente nelle nostre vite. Fēmĭna” è un progetto di introspezione, basato sull’approfondimento e la conoscenza dell’artista stessa; è la costruzione di un nuovo discorso che parte da uno stampo da cui sono nate 30 sculture uniche: alcune incompiute, altre con difetti, tutte di un colore proprio, ognuna diversa dalla precedente come la realtà dell’essere, un essere che lei accetta.

Storica dell'arte specializzata nel mercato dell'arte, due binomi su cui mi piace riflettere data la loro importante presenza nella società e la loro capacità di studiare mode e tendenze. Un punto di vista interessante da cui osservare la nostra evoluzione e il nostro bisogno di raccogliere oggetti.