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Cinema,  Musica

Ennio: Il docufilm di Giuseppe Tornatore dal 27 gennaio al cinema5 minuti di lettura

Ennio Il docufilm diretto da Giuseppe Tornatore, uscirà al cinema per Lucky Red il 27 gennaio 2022, racconta la vita di un’eccellenza del XX secolo, il maestro Ennio Morricone, compositore delle più belle colonne sonore della storia del cinema tra cui molte realizzate per lo stesso Tornatore, amico personale dell’artista, che oggi lo omaggia con un film capace di toccare le corde del cuore.

La storia di un grande maestro

Partendo da “Il federale” del 1961, all’Oscar per The hateful eight” nel 2016, il viaggio nella vita del maestro Morricone parte nel suo studio, mentre fa stretching, avvolto dagli spartiti.

Tornatore da ritmo alla narrazione traghettando la storia attraverso la musica. I primi anni e il padre trombettista, il conservatorio e le prime difficoltà, l’accettazione e il rifiuto del maestro Petrassi. Ogni momento raccontato con le parole di grandi registi: Tarantino, Bertolucci, i fratelli Taviani, Sergio Leone, Pasolini, ma soprattutto dello stesso Morricone.

Non mancano anche i grandi musicisti: Zucchero, Morandi, Hans Zimmer, John Williams e tanti altri, tutti a testimoniare la grandezza non solo del compositore che era, ma anche dell’uomo semplice, venuto dal nulla.

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Ennio Morricone

Il grande dilemma che emerge sin dai primi lavori, è l’essere in mezzo a due fuochi. Da un lato il grande timore reverenziale verso i suoi maestri, in particolare Goffredo Petrassi, dall’altro l’amore per il cinema e la sperimentazione. Una lotta interiore che è stata leitmotiv nella storia di Morricone, una colpa che si porterà fino alla fine.

I primi tracciamenti del maestro si hanno presso la RCA italiana, sussidiaria casa discografica della più importante omonima statunitense. Al fianco di Mina, Gino Paoli, Gianni Morandi, firma alcuni dei più grandi successi della musica italiana, ma collabora e arrangia anche per grandi nomi internazionali fra cui Paul Anka e Chet Baker.

Nel 1964 inizia la sua più importante collaborazione, con il compagno di classe Sergio Leone. Da cui nascono suoi successi più emblematici, ne “La trilogia del dollaro”, fino all’ultima collaborazione con Leone in “C’era una volta in America”. 

In questi anni il suo rimorso verso la composizione più classica, lo spinge a usare un nome falso per firmare le sue opere cinematografiche. Ma dalla collaborazione con Leone in poi, ogni regista cerca Morricone per musicare i proprio film, con l’idea di avere qualcosa di simile a quanto sentito negli spaghetti-western, ed è forse qui che sta la grandezza del Maestro.

Ogni film ha una storia a sé, e la musica non può che fare la stessa cosa. Pur avendo scritto e arrangiato per centinaia di film, non ha mai proposto la stessa idea, rimanendo però estremamente riconoscibile. Andando a pescare fra rumori del quotidiano, o cambiando cifre stilistiche che non erano mai state toccata da secoli, mischiando tradizione e sperimentazione, Ennio Morricone riesce a divenire un riferimento nel campo della composizione.

Ennio Morricone e Giuseppe Tornatore

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Giuseppe Tornatore e Ennio Morricone

Una bella parentesi del documentario, è il rapporto fra Tornatore e Morricone, un’amicizia durata 30 anni, nata con “Nuovo cinema Paradiso”. Queste le parole del regista in un’intervista a Repubblica:


“Ci sentivamo e vedevamo con una frequenza familiare, parlavamo di musica e cinema, del quotidiano. Gli raccontavo storie, magari il giorno dopo mi chiamava e al pianoforte mi faceva sentire le musiche che quelle storie gli avevano ispirato… Il vostro viaggio è iniziato con “Nuovo cinema Paradiso.. mi disse che lo aveva colpito la scena finale, con i baci censurati e incollati alla rinfusa. Da lì era partito con le sue idee musicali. Al primo incontro temeva che chiedessi musica folkloristica, mentre la sua immaginazione musicale era scattata su altri fronti. Chiarimmo l’equivoco, tre giorni dopo mi fece ascoltare dei temi, mi insegnò a scegliere. Da allora tutto quel che ho fatto, l’ho fatto con lui..”

Morricone non aveva mai vinto un premio Oscar per i suoi lavori, fino al 2007, quando gli venne conferito il premio Oscar alla carriera, un gesto di perdono dalla stessa Academy, quasi a scusarsi davanti alla grandezza di un uomo, che aveva per sempre cambiato il concetto di colonna sonora nel mondo del cinema. Nel 2016, finalmente ottiene l’Oscar per il suo lavoro in “The hateful eight” al fianco di Tarantino.

Il lascito dell’artista

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Morricone ritratto nel suo studio

“Ennio” racconta di quanto la musica nasca da un’idea, e di quanto una volta raggiunta, sia necessario lasciarla libera. Parla dell’amore di un uomo per l’arte, e per la moglie Maria, da sempre il suo primo applauso.

Mostra come la sua musica fosse in grado di modificare e creare nuove immagini e scenari, diventando non solo accompagnamento, ma struttura vera e proprio. Una pellicola ricca e piena di sentimento, raccontata da un grande regista e da un uomo ormai anziano, oggi compianto, ma infinito.

Laureato in Relazioni Internazionali, scrive da alcuni anni per testate specializzate in Cinema, Arte e Musica. Nel 2021 fonda Art Shapes, per dare voce a chiunque avesse voglia di raccontare la vita a modo suo.