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Cinema

Encanto: il valore della persona senza talento7 minuti di lettura

Se non ho un talento, valgo comunque qualcosa? Questa è la domanda chiave del nuovo film d’animazione targato Disney, uscito al cinema il 24 novembre e su Disney+ dal 24 dicembre. 

Tante sono le persone con talento al mondo, ma molti di più sono i comuni mortali che non hanno alcuna dote e lottano tutta la vita per trovare il proprio posto. Eppure, anche a questi eroi vale la pena dedicare una storia. 

A dirigere la pellicola è la storica coppia di Zootropolis, Byron Howard e Jared Bush che insieme ha dato vita a un altro classico originale Disney.

Encanto, la trama

Encanto è un villaggio incantato, nascosto tra le montagne della Colombia. Le sue origini risalgono a qualche anno prima, quando Alma, abuela della famiglia Madrigal, scappa da un conflitto e la candela che teneva in mano subisce un incantesimo. Si illumina di una fiamma eterna e trasforma il villaggio attorno ad Alma in un luogo incantato.

Da quel momento in poi, la luce della candela accompagnerà la famiglia Madrigal e donerà ai figli dei talenti speciali, quali la superforza o comunicare con gli animali. L’unica a non aver alcun potere particolare è la dolce Mirabel.

La magica famiglia Madrigal di Encanto.

Una sera, Mirabel vede delle grosse crepe colpire la casa, partono dal pavimento e arrivano fino alla finestra dove è poggiata la candela. La fiamma tremola un pochino, come se volessi spegnersi. Mirabel corre subito ad avvisare tutti, ma le crepe spariscono. Non ha più alcuna prova e nessuno le crede.

Dopo varie vicissitudini, Mirabel capisce che la magia di Encanto è in pericolo, rischia di sparire, abbandonando la famiglia Madrigal per sempre. La profezia dello zio Bruno l’aveva previsto, vedeva Mirabel davanti alla casa distrutta. Sarà forse la sua ordinarietà a distruggere la magia, oppure sarà lei a salvarli tutti?

L’io c’è, prima ancora del talento

Avere un talento è straordinario, tutti lo vorremmo, ma pochi ce l’hanno. Anche se ci impegnassimo tutta la vita a tirare un rigore come Cristiano Ronaldo, noi persone comuni, non ci riusciremmo mai. Questo perchè il talento è un dono, è una predisposizione naturale, ci si nasce. Mozart ha dovuto forse studiare per comporre la sua prima operetta a sette anni? 

La magia della candela in Encanto.

Il talento quindi, è qualcosa che rende unici e allo stesso tempo un privilegio. Se si nasce così, significa che non si ha alcun merito per averlo, semplicemente è stato donato e per questo bisogna servirlo al massimo. 

Le persone comuni faticano per trovare qualcosa in cui riescano ad esprimere se stessi, mentre ai talentuosi la strada è stata spianata. Questo è fantastico, ma il rischio è uno ed è facile incapparvi: diventare solo quel talento, o peggio, far diventare quel talento l’unica arma per affrontare la vita, come è successo ai Madrigal.  Dimenticare la propria identità poi è un attimo e spesso lo si fa in nome di una perfezione che tutti, compresi il talentuoso stesso, si aspetterebbero.

Luisa Madrigal, sorella di Mirabel.

La verità è che il talento lascia anche un bel fardello addosso, si può forse mostrare una debolezza o fallire? No, non è contemplato. Pensiamo a Luisa, sorella di Mirabel, la sua superforza prevede che sostenga tutto il peso della famiglia. Eppure questa forza la abbandona durante il film e allora dove sta il suo valore?

Qualcuno godrebbe del fallimento di queste persone emergenti, altri verserebbero lacrime amare, ma in ogni caso si dimenticano che dietro a quel talento eccezionale c’è la persona. Mirabel ci insegna a non dimenticarlo. 

Non ho un talento e adesso?

Encanto è proprio ben fatto, Disney non delude mai, dalle colonne sonore, ai vivacissimi colori, alle caratterizzazioni dei personaggi, fino alla straordinaria fantasia dei suoi creatori. Ma ciò che colpisce di più è la profondità delle tematiche proposte, passate ai più piccoli con la drammatica leggerezza tipica dell’età. 

Mirabel e zio Bruno

Il cuore di tutta la vicenda ruota attorno a due parole di uso molto comune, famiglia e casa, a cui però è stata legata un’altra parola. Fa più paura delle altre, fa sognare, invidiare e infastidire, il talento. Queste tre parole insieme sono l’unica chiave di lettura di tutta la storia. 

Sebbene casa e famiglia siano due parole banalissime, abusate nel nostro linguaggio quotidiano, esse sono in realtà fondamentali. I volti e i luoghi che si celano dietro l’insieme di quelle lettere, costituiscono l’essere umano. 

Per Miralbel, per esempio, non deve essere stato facile crescere in quel contesto. Come fa a dimostrare il suo valore in una famiglia di super talentuosi, se lei un talento non ce l’ha? 

Tutti i talentuosi della famiglia Madrigal in una foto senza Mirabel.

Lo sanno tutti, la casa e la famiglia sono i luoghi in cui si è se stessi, ma in casa Madigral, solo Mirabel è se stessa. Gli altri personaggi si nascondono dietro a delle facciate di perfezione perchè il loro super potere determina così tanto la loro vita, che sono diventati solo quello. Trascurano perfino le loro inclinazioni e i loro interessi. Siamo sicuri che il gioco valga la candela? 

L’unicità di Mirabel sta proprio in questo. Lei che non ha alcuna dote speciale, non può far dipendere la sua vita da questo. Ha imparato a farsi spazio in mezzo a loro, ad accettarsi, anche se con molta fatica, per quello che è, sorridendo sempre e amando chi ha intorno.

Questo vince. Lei è l’unica che vede il mondo con le lenti giuste. Si accorge che tutti i suoi familiari ricoprono un ruolo, invece di essere se stessi. Il suo compito diventa, quindi, salvarli da questa prigionia. Schiacciata da tutti questi perfettini, Mirabel è spinta a dare il proprio contributo, ricordando alla sua famiglia l’importanza della sincerità. 

Mirabel che salva la casita.

Il vero eroe di tutta la vicenda è lei. Apparentemente è la mediocre Mirabel circondata da supereroi. Osservando con più attenzione però, eccola diventare l’eccezionale Mirabel che sa amare senza invidia. Se i suoi familiari perdessero la magia, diventerebbero persone comuni come lei, ma Mirabel non vuole questo. Sa che senza il loro talento perderebbero una parte di sé. Devono solo imparare a mostrarsi per quello che sono e lei è lì per aiutarli. 

Anche noi dovremmo fare come Mirabel. Lei non si arrende mai. Il punto non è avere o non avere un talento, ma mantenere un cuore puro, amare se stessi e gli altri per quello che sono. Solo allora il mondo rifiorirà davanti ai nostri occhi.

Dopo aver conseguito la laurea in lingue ho frequentato un master in Production and Screenwriting per approfondire la mia passione per il cinema. Scrivo di film e serie tv per giudicare ciò che ho visto e per imparare nuovi metodi di raccontare storie.