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Arte

eL Seed e i calligraffiti: la Moschea di Jara in Tunisia3 minuti di lettura

eL Seed, di origini franco-tunisine, è un artista contemporaneo che esprime la sua arte tramite i calligraffiti, unendo appunto calligrafia e graffiti.

“È definita come un’arte visiva che integra le lettere in composizioni che tentano di comunicare un messaggio più ampio attraverso la scrittura che è stata esteticamente alterata per andare oltre il significato letterale. In poche parole, è lo sforzo cosciente di trasformare una parola o un gruppo di parole in una composizione visiva.”

Wikiwand

Si tratta di una forma di espressione che per molti artisti rappresenta un modo per riprendere contatto con le loro identità culturali. Ad esempio eL Seed, cresciuto in Francia da genitori tunisini, ha iniziato a scrivere e a leggere l’arabo solo all’età di 18 anni, in un percorso progressivo di esplorazione di sé e delle proprie radici. Lungimiranza, visione d’insieme, sviluppo di uno stile personale e talento sono solo alcune delle doti che lo contraddistinguono.

eL Seed e la calligrafia araba

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eL Seed, La Moschea di Jara

In particolare eL Seed utilizza la calligrafia araba, appresa durante la tarda adolescenza, per diffondere valori di pace, tolleranza, speranza e unità, coinvolgendo le comunità locali. Infatti, prima della realizzazione di qualunque progetto, l’autore si immerge nella realtà territoriale, culturale e politica del luogo per cogliere l’essenza del messaggio più appropriato da trasmettere. Quest’ultimo deve risultare rilevante per la collettività del posto, ma allo stesso tempo avere una dimensione universale, affinché chiunque nel mondo possa percepirlo.

Per comunicare l’autore attinge alla poesia e alle citazioni, da Nelson Mandela a Abu l-Qasim al-Shabbi fino al Corano. Tuttavia ha pubblicamente dichiarato che per entrare in sintonia ed apprezzare l’opera non è necessario tradurne il significato, poiché la calligrafia araba:

“tocca la tua anima prima di raggiungere i tuoi occhi”

D’altronde la forza espressiva di ogni disciplina artistica risiede proprio in questo concetto. L’arte in ogni sua forma colpisce, emoziona e coinvolge, travalicando le barriere culturali, linguistiche e geografiche.

L’arabo e il suo inconfondibile stile calligrafico, sono gli strumenti attraverso i quali l’artista combatte i pregiudizi, valorizzando la cultura, la storia, le tradizioni della sua terra. Nel 2017 eL Seed ha vinto il premio UNESCO Sharjah Prize per la cultura araba. Le sue opere sono fruibili nelle mostre così come nei siti pubblici sparsi per il globo. Dalle favelas di Rio de Janeiro agli slum di Cape Town fino alla striscia demilitarizzata tra la Corea del Nord e quella del Sud.

La Moschea di Jara in Tunisia

Il progetto realizzato nel 2012 nella città di Gabès in Tunisia, va ben oltre la valenza estetica del dipinto del più alto minareto del paese, ovvero la Moschea di Jara. Impresa impegnativa in termini di esecuzione e di design, l’opera invita al dialogo costruttivo e all’accettazione delle culture attraverso la conoscenza reciproca. Ma stimola anche una genuina riflessione sul ruolo che l’arte può assumere nel processo di trasformazione politica e culturale della Tunisia, sulla scia della Primavera araba del 2011.

L’Imam lasciò carta bianca bianca all’artista, che decise di ispirarsi ad un verso del Corano per realizzare il murale su due facciate del minareto, alto 57 metri e costruito nel 1994:

“Oh uomini, vi abbiamo creato da un maschio e da una femmina, vi abbiamo costituiti in popoli e tribù, per conoscervi a vicenda.”

La moschea si trasforma così in un’opera d’arte democratica che appartiene alla sfera pubblica e aperta a tutti. Modernità e tradizione, cultura e politica, spontaneità e precisione si fondono in un messaggio che celebra il rispetto e la tolleranza.

Copywriter e redattrice freelance, appassionata di libri e scrittura, spero un giorno di poter produrre narrativa per ragazzi. Il mio motto è "Cerco sempre di fare ciò che non sono capace di fare, per imparare come farlo".