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Arte

Passione e religione. La Madonna profana di Edvard Munch3 minuti di lettura

Caposaldo del movimento espressionista Edvard Munch ha regalato alla storia dell’arte una sequenza di opere d’arte di grande valore. I suoi lavori destano subito scandalo nel momento in cui irrompono nel panorama artistico negli ultimi decenni del XIX secolo. 

Influenzato da filosofi e scrittori del tempo, Munch sentì l’urgenza di dipingere il proprio stato d’animo, le proprie emozioni e la propria condizione psicologica; tutti elementi facilmente riscontrabili nei lavori del pittore norvegese. La carica espressiva dei lavori di Munch è infatti facilmente visibile in opere come L’urlo La madonna.

Le cinque versioni della Madonna di Munch

Sebbene L’urlo sia l’associazione principale quando si parla di Munch altri quadri meritano sicuramente l’attenzione del pubblico. Uno dei lavori non sempre ricordati, nonostante il valore, è sicuramente la Madonna. L’opera, che ritrae una donna a seno scoperto e con le braccia conserte dietro la schiena, viene proposta in cinque versioni differenti sia nei metodi sia nei nomi. La presenza di queste diverse versioni lascia aperta l’interpretazione sul nome stesso del quadro che non sempre è la Madonna

Munch madonna dipinto
Madonna (1893-1895), Edvard Munch. Olio su tela, Hamburger Kunsthalle, Amburgo, Germania

La pittura religiosa, infatti, non è tipica del pittore norvegese e questo alimenta i dubbi sulla possibilità che quella ritratta possa essere effettivamente la Madonna. Ad esempio, una delle cinque versioni viene chiamata dallo stesso Munch, Loving lady. Nonostante i differenti nomi che l’opera ha ricevuto, ognuno valido, rimane l’incredibile atmosfera che il quadro ci dona. Il quadro, seppur non con grande varietà, gioca molto con i colori che gli garantiscono un alto grado di espressività e significato.

Amore passionale o Vergine Maria?

Le discussioni sul nome, in ogni caso, non eliminano la convivenza tra sacro e profano all’interno della tela. Il volto della donna è rappresentato in un’estasi a cui fanno da contorno aureole di colore rosso che rimandano al sangue e alla passione amorosa. In questo senso l’opera sembra essere una sorta di dedica all’amore decadente.

La donna raffigurata da Munch sembra imporre la propria figura e il proprio volere, cosa che la rende non solo desiderata ma anche spaventosa. Alcuni ritengono che l’idea di femme fatale possa essere la giusta interpretazione per questo lavoro. L’apparente innocenza e immobilità si contrappone allo sfondo scuro a rappresentare la forza della donna.

Questi elementi sembrano quindi portare l’interpretazione dell’opera verso una visione non religiosa ma più profana e naturale. Eppure, non possiamo ignorare gli evidenti stilemi della Vergine Maria. La posizione del corpo sicura di sé, il viso estatico ma in ogni caso rilassato e in qualche modo modesto. Sembra sospesa, sollevata verso una condizione non terrena. Tutti elementi che ricordano un particolare momento della vita della Madonna, l’Annunciazione. 

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Madonna (1895-1902); Edvard Munch. Litografia.  Hamburger Kunsthalle, Kupferstichkabinett, Amburgo, Germania

La possibilità sembra poi rimarcata, in maniera tutt’altro che religiosa, dalla versione litografica dell’opera. Qui, intorno alla figura della donna, Munch decide di apporre una cornice più che mai esplicativa. All’interno dello spesso bordo arancione troviamo infatti degli spermatozoi che percorrono tutti bordi della litografia per poi finire in un piccolo rettangolo nero al cui interno è posto un piccolo feto.

Mi chiamo Marco Celi, laureato in Scienze filosofiche presso l’Università degli studi di Milano ho da sempre avuto un forte interesse per l’arte e i musei in tutte le loro forme.