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Cinema

Buon compleanno Eduardo De Filippo! 121 anni fa nasceva uno dei geni della napoletanità4 minuti di lettura

 Quando si parla della storia di Napoli non si può non pensare a Eduardo de Filippo, perché Eduardo è Napoli: attraverso le sue commedie ha raccontato la città partenopea ed i suoi abitanti in ogni loro sfaccettatura.  

Il suo rapporto con la città fu travagliato, un intrecciarsi di amore ed odio. Disse che Napoli «è un paese curioso, è un antico teatro, sempre aperto: ci nasce la gente che senza concerto scende per le strade e sa recitare»; ne ammirava la bellezza e le potenzialità, ma ne riconosceva anche i limiti e le difficoltà, che, del resto, permangono ancora oggi. E infatti lascerà Napoli per Roma, dove morì e fu sepolto. 

Figlio (mai riconosciuto) di Eduardo Scarpetta, un grande rivoluzionario del teatro di fine Ottocento-inizio Novecento, De Filippo si fa erede della tradizione teatrale del padre e, dopo aver lavorato nella compagnia del fratellastro Vincenzo Scarpetta, nel 1931 riesce a realizzare il suo sogno di fondare una compagnia tutta sua, assieme ai due fratelli: nasce la compagnia teatrale I de Filippo.  

I de Filippo. (da sinistra: Eduardo, Peppino e Titina)

Fu un attore poliedrico eccezionale, immenso commediografo e poeta, considerato uno dei più grandi autori italiani del Novecento. Il Premio Nobel Luigi Pirandello riconobbe il suo talento e gli affidò la regia delle sue commedie Liolà Il berretto a sonagli. Le opere di De Filippo erano e continuano ad essere apprezzate anche all’estero.

Una delle sue creazioni più amate è Natale in Casa Cupiello, opera che segnò l’inizio della carriera de I de Filippo. Commedia brillante, presenta uno spaccato di vita quotidiana di una famiglia a pochi giorni dal 25 dicembre. Tutta l’opera presenta le principali caratteristiche delle commedie di Eduardo: realismo e focus sulla quotidianità dei personaggi, dotati di profondità psicologica e mostrati al pubblico nella loro umanità, con pregi e difetti.  

 De Filippo e la politica 

Eduardo non fu solo autore ed attore, ma anche attivo politico. Nel 1981 il Presidente della Repubblica Sandro Pertini lo nominò Senatore a vita e, in quanto tale, decise di portare alla luce il disagio dei minori; in particolare affrontò il problema dei minori rinchiusi nelle case di pena, questione che gli stava particolarmente a cuore. 

Nella lunga lettera scritta nel 1959 al quotidiano Paese Sera confessò di essere seriamente preoccupato, da uomo di cultura, per la sempre minor affluenza di pubblico nei teatri e per la totale mancanza di sostegno economico da parte del governo. Undici anni prima, aveva acquistato e ristrutturato il Teatro San Ferdinando, distrutto dalla guerra, per far sì che la sua città avesse un luogo della cultura di riferimento. Ad oggi, questo teatro è considerato il tempio della commedia napoletana.  

Sandro Pertini ed Eduardo

Il travagliato rapporto col fratello 

Dolorose perdite segnarono la sua vita, come quella della figlia Luisella e dell’adorata sorella Titina, da sempre “ago della bilancia” tra le forti personalità dei fratelli Eduardo e Peppino, artisti geniali, ma molto diversi tra loro. Il loro rapporto complicato sembrava non esistere quando recitavano insieme su un palco o davanti ad una macchina da presa. Non si può negare che, dopo la morte del fratello, Eduardo ne sentisse la mancanza sul palco. Ed infatti confesserà: «Adesso mi manca. Come compagno, come amico, ma non come fratello».  

Gli abitanti di Napoli, anche quelli delle generazioni successive, mantengono vivo il ricordo del loro grande concittadino, tutti lo conoscono e lo ricordano. E come si può dimenticare la sua profonda amicizia con Totò, altro caposaldo della cultura napoletana. 

Eduardo e Totò

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