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Arte

Il Fuorisalone 2022 da Base Milano5 minuti di lettura

Anche quest’anno Base Milano partecipa al Fuorisalone con un palinsesto di eventi e mostre davvero da non perdere. Fino al 12 giugno, infatti, il centro culturale in via Bergognone (in pieno Tortona District) presenta la seconda edizione di We will design. Un laboratorio di sperimentazione e inclusione capace di coniugare creatività e una riflessione puntuale sulla società contemporanea.

Designer, scuole, università, collettivi e istituzioni internazionali partecipano al progetto pensando, attraverso il design, a nuovi strumenti per affrontare le sfide contemporanee. Le pratiche artistiche diventano, in questo modo, utili a capire e risolvere le contraddizioni dell’ oggi, con il grandissimo merito di portare nel dibattito pubblico idee utopiche, radicali e apparentemente irrealizzabili, nella speranza che esse possano concretizzarsi in futuro.

In particolare, tre sono i progetti presentati per il Fuorisalone: Temporary Home, Exhibit e They will design, tutti con un focus su economia circolare, biodiversità e nuovi approcci all’apprendimento.

Temporary Home

La visita da Base Milano inizia con Temporary Home. Si tratta di una residenza in cui cinque designer internazionali hanno avuto la possibilità di sviluppare progetti inerenti a economia circolare e produzione sostenibile, immaginando nuovi modi di abitare il futuro.

Nella settimana precedente all’apertura del Fuorisalone i designer hanno dimorato nella guesthouse di Base in cinque diverse stanze, che sono state sia luogo di residenza che di sperimentazione.

Goliath Dyèvre si interroga sulla natura stessa dell’innovazione attraverso la trasformazione di materiali comuni di uso quotidiano. Rebecca Schedler presenta Symbiopunk, in sistema di compostaggio che trasforma le feci in humus fertile, mostrando che anche i rifiuti possono essere utili.

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Goliath Dyèvre, The Big Assembly

Joppe Broers, invece, con Proposal for Prevealing World – Vol. I, crea una mappatura di tutte le specie estinte dal 1800 fino a oggi, proponendo al contempo una riflessione sull’eccessiva rapidità dell’urbanizzazione.

Nicholas Rapagnani presenta The Growing sneakers, in cui immagina soluzioni maggiormente sostenibili per produrre scarpe da ginnastica. Il designer italiano si concentra sull’utilizzo di materiali organici, in particolare micelio, come possibile soluzione a una produzione industriale troppo inquinante.

Infine, Eleni Michael e Kaajal Modi, con Intercultural design: multispiecies collaboration in the kitchen, invitano il pubblico a sperimentare ed esplorare culture alimentari circolari, ripensando al modello alimentare occidentale che causa gravi problemi di inquinamento e deforestazione. Attraverso il metodo della fermentazione, scarti alimentari verranno usati per produrre cibi e bevande che i visitatori potranno assaggiare.

Exhibit

Il primo piano di Base è dedicato a Exhibit, una vasta esposizione di disparati progetti e installazioni che si configura anche come spazio di ricerca e sperimentazione. Qui i visitatori possono ammirare i risultati del lavoro di università, studi di progettazione, collettivi, designer emergenti e non.

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Exhibit, Base Milano

Grande spazio viene lasciato a scuole e università, con lavori pensati e sviluppati dagli studenti che, in questo modo, hanno avuto la possibilità di esprimere la propria visione di come e cosa dovrebbe essere il design.

Solo per citarne alcuni, The Swedish school of textiles – University of Borås presenta una serie di manufatti in tessuto, sottolineando le possibilità dell’innovazione tessile. O ancora, gli studenti del Nuovo Istituto di design di Perugia propongono, grazie all’uso della tecnologia, una rivisitazione dell’Alberello, un tipico contenitore umbro utilizzato in passato nelle antiche farmacie.

Tutti i progetti, comunque, sono accomunati dal medesimo focus su sostenibilità e innovazione. I lavori presenti, frutto di un’attenta ricerca su questioni ambientali ed ecologiche, cercano di offrire soluzioni creative e nuove alle domande e alle necessità della società, senza dimenticare il lato estetico.

Ad esempio, Kim van der Belt, designer olandese, con il progetto Kaia sviluppa filtri sostenibili per l’anidride carbonica a partire da alghe; Left Behind di Johanna Reymann, invece, spinge a riflettere sull’enorme quantità di rifiuti che vengono creati durante i processi produttivi.

Johanna Reymann, Left Behind

I progetti esposti sono veramente moltissimi e vari, sul sito di Base è presente una panoramica di tutti i partecipanti con una breve descrizione dei loro lavori.

They will design

They will design, invece, è uno spazio completamente dedicato ai giovani. Cosa accadrebbe se fossero le nuove generazioni a disegnare il mondo?

A questa domanda hanno risposto alcuni studenti, immaginando nuove istituzioni fantastiche, capaci di sovvertire e prendere il posto di quelle attuali.

I giovani hanno lavorato su temi quali inclusività, diversità, empowerment femminile e sostenibilità ambientale. Il lavoro è culminato nella stesura di un vero e proprio manifesto che sovverte le rigide regole della produttività capitalistica per creare un mondo che ruota intorno alla passione.

Ikea festival

Infine, gli spazi di Base ospitano anche il Festival Ikea. Il noto brand di arredamento svedese propone un ricco calendario di eventi e talk per indagare il concetto di casa, il modo di concepirla e come si evoluto nel tempo il nostro modo di abitare.

Inoltre, per tutta la durata della Design Week sarà possibile visitare Ögonblick – A Life at Home Exhibition. Attraverso alcune installazioni, la cui forma ricorda gli igloo, i visitatori ripercorrono il modo in cui la casa, l’arredamento e gli spazi cambiano nel corso della vita delle persone.

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L’installazione dedicata alla prima casa “di coppia”

Dalla prima volta che si vive senza genitori, quando l’appartamento è soprattutto punto di ritrovo con gli amici e base in cui riposare dopo le feste, fino ad arrivare a indagare il modello ideale di abitazione dal punto di vista economico e ambientale.

Dopo la laurea in filosofia ho conseguito un master in Arts Management. Sono appassionata di arte, letteratura, teatro e culture non europee. Cerco sempre nuovi stimoli e avventure da intraprendere.