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Arte

La leggerezza dei corpi di Degas4 minuti di lettura

Se si dovesse tradurre in immagine il titolo del famoso romanzo di Kundera, L’insostenibile leggerezza dell’essere, non si potrebbe che pensare immediatamente ai corpi senza peso di Edgar Degas. Pittore francese appartenente alla corrente degli impressionisti, Degas si dedica a pastelli e colori ad olio, senza però realizzare le sue tele all’aperto. Rispetto agli altri artisti del movimento i suoi quadri non catturano percezioni di luci in particolari momenti della giornata, bensì ritraggono molto più spesso soggetti umani, soprattutto nudi femminili e ballerine.

Un artista fuori generazione

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E. Degas, Autoritratto, 1863, Dettaglio

Volendo porre a confronto lo sguardo di Monet e quello utilizzato da Degas nella realizzazione delle opere, due sono le differenze che risultano particolarmente evidenti. Per prima cosa, in Impression, soleil levant , considerato il primo dipinto impressionista, è del tutto assente il disegno, mentre la formazione di Degas, basata su maestri come Mantegna e Veronese, rende inevitabile la presenza di linee e forme definite. Inoltre il tempo di osservazione dei due pittori è opposto: l’occhio di Monet è un occhio che vede, velocemente raccoglie sensazioni ed impressioni legate ad un singolo istante fuggitivo. L’occhio di Degas, al contrario, è un occhio che guarda, osserva, studia e spia a lungo le figure rappresentate. Questo gli permette di raffigurare sulla tela non solo un fotogramma tratto dalla realtà, ma di attribuire a questo una fortissima carica psicologica, spesso disarmonica e allucinata.

Il pittore della danza

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E. Degas, Ballerina con bouquet sulla scena, 1877

Il primo quadro in cui affiora il tulle evanescente delle ballerine è L’Orchestra dell’Opéra del 1968: una luce violenta e folgorante illumina la parte superiore del dipinto dove vengono ritratti i corpi tagliati, le gambe, di un gruppo di ballerine in movimento, mentre il soggetto centrale, ovvero i musicisti dell’orchestra, è dominata da toni cupi. Seguono poi La classe di danza, La lezione di danza, Prove di balletto in scena, Ballerina in posa per il fotografo, Ballerina con bouquet sulla scena e molte altre raffigurazioni con il medesimo soggetto.

Dietro l’apparente bellezza

Degas ritrae le danzatrici donando contemporaneamente loro grazia e inquietudine. L’artista indaga le pose, il movimento dei corpi, ma non solamente nei momenti di maggiore leggiadria, bensì anche durante le prove, registrando posizioni disarmoniche. Un dettaglio della Lezione di danza del 1875 ne è testimone: il pittore coglie da dietro una giovane ballerina che goffamente si gratta la schiena. Ancora, in Prove di balletto in scena del 1874, non viene rappresentato il “bello”: tra tutte le ragazze spicca sulla sinistra della composizione una ballerina con le mani appoggiate dietro la nuca, che stira la schiena e si abbandona in uno sbadiglio.

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E. Degas, Prove di balletto in scena, 1874

Questi corpi femminili risultano effettivamente spogliati della loro carnalità, ma non del loro peso. Sono corpi bianchi, avvolti in tutù anch’essi bianchi che conferiscono alle ballerine un’aurea spettrale, traslando da una dimensione corporea ad un’altra spiritica, ma non spirituale. Degas non idealizza le sue ballerine, né rende impalpabili i loro corpi. Ritrae anzi anche la goffaggine e i limiti della fisicità ma donando un’incomprensibile leggerezza.

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E. Degas, L’attesa, 1880- 1882

Paul Valery li definì come “non donne, ma esseri di una sostanza incomparabile, traslucida e sensibile, carni di vetro follemente irritabili, cupole di seta ondeggiante, corone trasparenti, lunghi nastri vivi percorsi tutti da rapide onde, frange e increspature che esse piegano e spiegano; e intanto si voltano, si deformano» e ancora «niente solidi, nei loro corpi di cristallo elastico“.
Degas sintetizza così la leggerezza del movimento di danza e la pesantezza di una realtà psicologica e fisica.

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E. Degas, L’étoile, 1878

Diplomata in conservatorio, laureata in lettere, amo le pagine consumate, le gallerie d'arte e le poltroncine dei teatri. Posso però garantire di essere anche una persona simpatica.