
Giorgio de Chirico e la svolta metafisica della pittura3 minuti di lettura
Oggi, 20 novembre, ricorre l’anniversario della morte di uno dei principali artisti italiani del Novecento, Giorgio de Chirico. Nonostante la sua produzione artistica sia varia e caratterizzata da diversi stili, la pittura metafisica rimane ancora il lato più riconoscibile dell’artista. I suoi manichini senza volto, piazzali vuoti e solitari mantengono un posto nell’immaginario comune di tutti. Opere simbolo di una realtà umana in costante equilibrio tra l’angoscia, il desiderio e il sogno e che sanno mostrare la difficoltà dell’esistenza umana. Questo grazie al sapiente equilibrio tra elementi realistici e il “velo” onirico che caratterizza la pittura metafisica. È difficile, infatti, non lasciarsi trasportare da queste opere metafisiche. Panorami desolati e misteriosi abitati solamente da figure altrettanto misteriose suggeriscono la necessità di trovare un significato più profondo. Andare oltre a ciò che si percepisce con i sensi per riuscire ad indagare una realtà ulteriore.
Una pittura personale e interiore
La pittura metafisica di de Chirico cattura fin dagli inizi chiunque la ammiri. I suoi quadri infatti riescono a veicolare tutto il malessere e la grande sensibilità dell’artista. Gli inizi del periodo metafisico infatti coincidono con l’uscita del pittore da un periodo di salute non ottimale che lasciò il segno anche sul suo lavoro. Al tempo de Chirico cerca di riportare sulla tela questa sensibilità forte e misteriosa, influenzata anche dalle letture di Nietzsche. Da questo sforzo nasce il primo quadro metafisico, L’énigme d‘un après-midi d’automne ispirato da una visione avuta in Piazza Santa Croce a Firenze.

L’opera, che sarà poi esposta a Parigi, contiene molti degli elementi della pittura metafisica. La piazza, seppur rappresentata in maniera abbastanza realistica, è come immersa in un sogno. L’aspetto onirico del quadro è infatti la prima cosa che si nota, così come la diversa disposizione degli elementi della piazza. È evidente come questa pittura cerca di andare ben oltre la rappresentazione fisica degli oggetti. Seppur quest’ultimi, nonché palazzi e piazze, siano rappresentati in una maniera il più possibile aderente alla realtà. La pittura metafisica si pone come obiettivo quello di andare oltre alla realtà indagando ciò che sta al di là dell’esperienza derivante dai sensi. In questo senso il termine “pittura metafisica” risulta più che appropriato.
L’influenza di de Chirico
Come detto i lavori di de Chirico vengono esposti anche a Parigi dove attirano subito l’attenzione di altri artisti. In particolare, quelli che sarebbero poi diventati i Surrealisti. Molto di essi, infatti, ammisero come i lavori del pittore italiano influenzarono il loro lavoro, Dalì e Magritte sono solo alcuni di questi. Ma la pittura misteriosa e a tratti melancolica di de Chirico ha anche fornito aiuto a registi, scrittori e poeti che trovarono nelle opere dell’artista la giusta fonte di ispirazioni per le loro opere finali.

Sebbene qui abbiamo accennato solamente alla pittura metafisica il lavoro di de Chirico ha spaziato su diversi generi e influenze. Tutta la sua produzione artistica denota una grande abilità artistica e una profonda conoscenza dell’arte. La pittura metafisica è sicuramente quella più conosciuta, anche dai non esperti, e risulta essere ancora attuale e degna di nota.

