
Come d’Incanto 2 arriva su Disney+4 minuti di lettura
Come per disincanto, noto anche come Come d’Incanto 2 (titolo originale: Disenchanted), è arrivato su Disney+, disponibile per la visione dal 18 novembre. Diretto da Adam Shankman, il film riprende le avventure di Giselle (l’iconica Amy Adams), Robert e Morgan una decina di anni dopo il “E vissero per sempre felici e contenti” di Come d’Incanto (2007).
Desidero…
Sono passati dieci anni dalle vicende di Come d’Incanto nella magica terra di New York City, fra vestiti cuciti con tende, flash mob a Central Park e un ballo in maschera con sorpresa finale. Giselle e Robert sentono la necessità di un cambiamento e partono con la piccola Sofia e l’ormai adolescente Morgan alla volta di Monroeville, una cittadina di provincia in stile La moglie perfetta.

Morgan non è entusiasta del trasferimento che, unito alle condizioni ben poco “da favola” della nuova casa, causa non pochi conflitti con Giselle. Per festeggiare l’ultima arrivata della famiglia, Edward e Nancy (Idina Menzel, voce di Elsa di Frozen, tra i suoi altri magnifici ruoli) fanno visita alla famiglia Philip e donano a Sofia una bacchetta magica, capace di esaudire qualsiasi desiderio. Questo regalo incantato avrà delle conseguenze a dir poco inaspettate. Lasceremo che sia il lettore a scoprirle.
Dopo Come d’Incanto
Come per disincanto ha ricevuto recensioni alquanto polarizzate dai critici. In generale, è considerato inferiore al suo predecessore, pur lodando la performance di Amy Adams e la qualità degli effetti speciali. Anche la colonna sonora è stata abbastanza apprezzata, merito indubbio del leggendario Anan Menken. Tuttavia, le canzoni sono un po’ troppe e spesso e volentieri sembrano cucite alla bene meglio l’una accanto all’altra.

Dopotutto, è raro che un sequel ottenga lo stesso successo del primo film. E in quanto tale, Come per disincanto si difende discretamente. Apprezzabilissimi, ad esempio, le easter eggs e i numerosi omaggi ai grandi classici della tradizione Disney. Divertente cercare di scovarli tutti durante la visione. Il film merita anche per le tematiche che tratta.
E vissero per sempre felici e contenti (e un po’ scontenti)
Essendo la protagonista, Giselle porta un grosso peso sulle spalle. Quello dell’intera famiglia. A questo proposito, Il rapporto madre-figlia e l’efficacia con la quale viene raccontato ricordano per alcuni tratti Everything Everywhere All At Once.
Essendo naturalmente caratterizzata da un atteggiamento positivo verso la vita, Giselle diventa il bersaglio principale degli sfoghi della sua famiglia quando le cose vanno male, proprio come accadrebbe nella vita reale. Ma questo voler essere felici a tutti i costi altro non è che una strategia adattiva (in psicologia, coping mechanism) e si chiama positività tossica. È importante conoscerla e starne alla larga.

Come per disincanto riesce a ribaltare la visione nicomachea tipica delle favole, che tendono ad estremizzare i concetti di giusto e sbagliato, buono e cattivo per semplificare l’assimilazione della storia per il pubblico dei più piccoli. Un po’ come per Inside Out, in questa storia, come nella vita reale, il bene e il male sono interconnessi. Altro non è che un adattamento della filosofia cinese dello yin e dello yang. Ci insegna che la vita non deve necessariamente essere “da favola” per essere perfetta, anzi non deve essere perfetta proprio per niente. Perché la vita tutto è tranne che perfetta. È un costante cambiamento. E nonostante i suoi alti e bassi, le persone conosciute e perdute, le promesse, le incomprensioni, la gioia e il dolore, tutti possiamo vivere per sempre “felici e contenti”, semplicemente vivendo.

