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Colazione da Tiffany: un film destinato a durare per sempre
Cinema

Colazione da Tiffany: un film destinato a durare per sempre3 minuti di lettura

Il 4 Maggio 1929 nasceva un’indimenticabile attrice, che con la sua ironia e forza sarebbe presto entrata nel cuore di tante donne : Audrey Hepburn.

La sua migliore interpretazione la si ha con Colazione da Tiffany, diretto da Blake Edwards.

Audrey si ritrova nei panni di Holly, un’elegante donna dalla bellezza tanto disarmante da sembrare quasi finta. La cui veridicità si esprime attraverso le sue paure, gli attacchi di panico e le preoccupazioni, ma anche dalla vivacità e dai piccoli momenti di spensieratezza che fanno sorridere noi spettatori.

Questa giovane donna fugge dalla campagna per rifugiarsi a New York e godersi momenti di leggiadra spensieratezza tra feste, vino e amanti.

Lei non crede nell’amore. Pensa sia una perdita di tempo legarsi a qualcuno. D’altronde, si definisce uno spirito libero, un gatto selvatico che non può essere addomesticato e, per questo, estraneo a sentimenti duraturi.

Ma un giorno nella sua vita arriva l’affascinante Paul. I due non possono essere più diversi: lei eccentrica, logorroica e amante del divertimento; lui uno scrittore cinico e freddo. Entrambi non credono nel legame duraturo tra due persone. Un mito destinato a essere sfatato, quando George  capisce che in questa vita ci si innamora e quando accade scappare diventa impossibile.

Tiffany: un’utopia

Il negozio di Tiffany diventa un luogo utopico.

“Non può capitarti niente di brutto là dentro.”

Holly cerca un posto in cui riuscire a sentirsi viva. Un posto dove cercare una propria identità, persa lungo la strada del tempo e mai più ritrovata.

Lei tende a “definirsi” continuamente, nascondendo quello che è realmente: la paura in persona.

Reduce da un passato un po’ tempestoso, tenta di dimenticare e di tenersi stretta la sua indipendenza, che usa come una corazza dal quale difendersi.

Allo stesso tempo, però, nel suo inconscio spera che qualcosa, ma soprattutto qualcuno, la salvi.

Il negozio di Tiffany potrebbe essere la sua salvezza, ma ben presto capirà che chi è davvero in grado di liberarla è una persona.

“Sei una fifona, non hai un briciolo di coraggio, neanche quello semplice e istintivo di riconoscere che a questo mondo ci si innamora.”

Scappare da chi sei è una perdita di tempo

Paul riesce ad aprire gli occhi a Holly, che è una vita che fugge, non capendo che finché permetterà ai suoi pensieri di intrappolarla, sarà destinata a soffrire.

A noi spettatori arriva dritta al cuore, perché ci riguarda da vicino.

Per tutte quello volte che abbiamo pensato di cambiare completamente vita e scappare via, accorgendoci poi di essere di nuovo al punto di partenza.

La vita non cambia se non siamo noi i primi a cambiare.

E sorridiamo quando Holly va a riprendersi il gatto senza nome, quello selvatico, quello che sembra non avere legami con nessuno.

Capiamo che in una società dove va tanto di moda essere così indipendenti e cinici nei confronti dell’amore, riusciamo comunque a emozionarci con poco.

Perché, forse, per quanto crediamo di essere forti, ascoltiamo quello che ci dice Paul: che i nostri pensieri sono la nostra stessa prigione e che, finché non ci libereremo di loro, non saremo mai davvero felici.

Laureata in Comunicazione e Media. Scrive ovunque, perché non riesce a farne a meno. Si sogna sceneggiatrice e i suoi film preferiti sono quelli con Christian Bale