
Coda – I segni del cuore: il nuovo film premiato agli Oscar 20223 minuti di lettura
Remake del film francese La famiglia Bélier, il film di Sian Heder è una commedia drammatica, dalle battute frizzanti alle emozioni che arrivano dritte al cuore. Questo mix esplosivo non fa che accaparrarsi l’Oscar per la miglior sceneggiatura non originale e quello al Miglior Film.
Per chi ha visto anche il film francese, infatti, I segni del cuore non prende solo qualche spunto da La famiglia Bélier: è quasi identico.
Ma facciamo un passo indietro e parliamo della nostra protagonista Ruby – Emilia Jones -, l’unica non udente della propria famiglia di pescatori, formata dalla madre, il padre e il fratello.
Fin dalle prime immagini si intuisce che Ruby è una promessa del canto, grazie alla sua voce melodica ed emozionante.
Quando a scuola si aprono le iscrizioni per il coro, la ragazza accetta, ma più per condividere la sua passione con il ragazzo che le piace, Miles, che per cantare in mezzo agli altri.
Il coro è diretto dal signor V che successivamente si accorge delle grandi abilità canore della ragazza e le permette, inconsapevole, di conoscere meglio Miles, nel momento in cui affida loro un duetto per la recita.
Nel frattempo, la sua famiglia cerca di non farsi mettere i piedi in testa nell’attività della pesca, visto l’incremento di tasse e sanzioni.
Frank, il padre, vorrebbe vendere il risultato della propria pesca da solo e cerca di convincere i suoi colleghi a unirsi.
Nonostante gli ostacoli, tutti riusciranno ad avere il loro lieto fine.

Non servono sempre le parole per dire chi siamo
I segni del cuore ci porta in un viaggio diverso e straordinario: quello di una famiglia non udente, tranne la figlia, ma che riesce a farci divertire e a emozionarci.
Vengono trattati i temi dell’amore, della grande importanza della famiglia e del coraggio di perseverare i propri sogni.
Sogni che, grazie al sostegno delle persone che ci sono accanto, quasi sempre diventano realtà.
Lo spettatore non può non rimanere incantato dai gesti con cui i personaggi tentano di farsi capire.
In alcuni momenti, il film ci mette nelle condizioni di un sordomuto: attimi di assordante silenzio, ma attraverso cui riusciamo a comprendere alcuni dettagli della vita.
Dopo il saggio, il padre di Ruby le chiede di cantare e le appoggia una mano sul collo: in quell’attimo, sembra che lui senta anche più di quello che possiamo sentire o ascoltare noi spettatori.
E, quindi, viene da pensare che non sempre servono le parole per raccontare chi siamo o per dire cosa facciamo: servono le emozioni. Che, se provate davvero e percepite, riescono ad arrivare a chiunque.
Un remake notevole
Come detto fin dall’inizio, I segni del cuore è il remake del film francese La famiglia Belier.
A volte si rischia di danneggiare uno dei due film; in questo caso i due hanno una sceneggiatura talmente poco diversificata da renderli entrambi graditi al pubblico.
Il film americano tende ad avere una marcia in più a livello di musica. Le note sono più facilmente ricordabili rispetto al film francese.
Il cast, inoltre, è una bellissima scoperta: tutti i membri della famiglia sono non udenti, a parte Emilia Jones, nel film la figlia, che ha studiato per circa nove mesi il linguaggio dei segni.
I segni del cuore: consigliato a tutti quelli che vogliono provare una nuova esperienza, una nuova storia e un nuovo modo di vedere il mondo.
Un Oscar meritato, come è stato meritato il premio al miglior attore non protagonista: Troy Kotsur, nel film Frank, il padre, che ha fatto divertire e ha reso indimenticabili le emozioni provate con sua figlia.

