
Claudio Santamaria: il Jeeg Robot dei tempi moderni3 minuti di lettura
Classe 1974, di bell’aspetto, talentuoso, romano di Roma Claudio Santamaria, attore e doppiatore, si caratterizza soprattutto per la sua simpatia. Nel 2016 vince pure un David di Donatello come miglior protagonista per Lo chiamavano Jeeg Robot, regia di Gabriele Mainetti, film di fantascienza e proprio per questo innovativo nel panorama cinematografico italiano tante volte ripetitivo e per nulla originale.
Lo chiamavano Jeeg Robot: la storia.
Tor Bella Monaca, Enzo Ceccotti, interpretato da Claudio Santamaria, è un delinquente specializzatosi in piccoli furti a causa dei quali, un giorno, inseguito dalla polizia, si getta nel Tevere nel tentativo di sfuggirle ma, accidentalmente, cade in un barile contenente materiale radioattivo, da quel momento in poi la sua vita cambia perché, ricoperto da una sostanza indefinibile e allo stremo delle forze, sembra quasi sul punto di morire ma, a sorpresa, il mattino dopo si sveglia dotato di forza e poteri paranormali. Proprio facendo leva su questi ultimi, Enzo prova ad arricchirsi sempre di più e, nel frattempo, cerca di capire che cosa gli sia successo.

Il tutto mentre la città viene presa d’assalto da clan esterni che stanno seminando il panico a causa di attacchi terroristici per cui tutto diventa spaventoso e drammatico al tempo stesso e in tutti si diffonde il forte bisogno di avere un eroe che possa metterli in salvo. Tra questi vi è sicuramente Alessia, una ragazza, figlia di un amico morto che, appassionata della serie manga di cui sopra, identifica Vincenzo con Jeeg Robot.
Analisi del film.
Una storia di tale portata non poteva non avere il successo e i riconoscimenti del caso per diversi motivi. Innanzitutto, perché, come si diceva, ha disegnato un contenuto diverso e certamente non comune, insomma un fantasy di grande impatto emotivo e, l’emotività scaturisce anche dal messaggio portante del film che tradisce la tendenza tutta italiana di cercare a tutti i costi un eroe o meglio, di vedere nell’uomo qualunque una sorta di messia che, aiutato dalla buona sorte, diventa il più potente del mondo ed essendo fortemente amorale, a seguito di scrupoli, matura la necessità di un cambiamento radicale.
Dunque, come sempre l’interpretazione di Claudio Santamaria è magistrale ma, accanto a lui si possono apprezzare Luca Marinelli, nella parte di un boss eccentrico e sopra le righe, violento e folle, tale follia traspare chiaramente dai suoi occhi, oltre che Ilenia Pastorelli nei panni di Alessia.
Nonostante il genere non nuovo ma comunque innovativo, si può notare come vengano rispettati tutti i canoni fiabeschi del bene e del male, della ragazza salvata dall’eroe e, in un certo senso, la redenzione del cattivo poi diventato buono, come si diceva.
Questo film merita tutti i riconoscimenti avuti per la scrittura, la recitazione, la sceneggiatura, l’ambientazione ma, ancor più, per quel senso di realismo che emana per la difficoltà quotidiana del vivere, la possibilità di arricchirsi con sotterfugi, la volontà di potenza che tante volte ci prende e, soprattutto, il bisogno spasmodico che si ha dell’eroe, dell’uomo della provvidenza costantemente pronto ad aiutarci e, più in generale, a salvarci proteggendoci sempre.

