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Cinema

A Christmas Carol: il profondo senso della vita3 minuti di lettura

A Christmas Carol, un film – cartone di Robert Zemeckis del 2009, sul profondo senso del Natale, ma soprattutto della vita.

Siamo abituati a vedere Jim Carrey in interpretazioni un po’ diverse, con le sue espressioni iconiche e il senso dell’umorismo travolgente. Stavolta, però, lo troviamo nelle vesti di un uomo d’affari molto ricco quanto avaro: Scrooge. Per lui lavora Bob, un dolce e povero uomo con una numerosa famiglia alle spalle e un figlio molto malato, che non riesce a far curare per lo stipendio scarno che riceve.

Scrooge ha sempre sofferto la solitudine, ma non è mai stato davvero solo. Varie persone intorno a lui tentano di salvarlo dal suo cinismo, solo che lui non vuole vederlo. Il passato del protagonista ha un peso importante su chi è diventato oggi: un uomo considerato malvagio e da cui stare alla larga.

Le persone, non appena lo vedono, cambiano direzione o abbassano lo sguardo.

Felice Natale… Che ragione hai tu per essere felice? Sei piuttosto povero.

Che diritto avete voi di essere cupo? Siete piuttosto ricco!

Scrooge e suo nipote

I tre spiriti del Natale

La notte del giorno di Natale succede un fatto strano: Scrooge sta per rientrare a casa, quando la maniglia della porta assume le sembianze del suo vecchio socio d’affari Marley, morto sette anni prima.

Quest’ultimo gli annuncia l’arrivo di tre spiriti: il Natale passato, il Natale presente e il Natale futuro. Il primo ripercorre l’infanzia del protagonista, portandolo alla casa dove è nato e ha vissuto. Qui prova emozioni indescrivibili, di gioia, stupore e… nostalgia.

Il secondo spirito lo mette di fronte alla cruda realtà attuale, facendogli notare ciò che succede attorno a lui. Gente che lo deride, che spera di vederlo morto e intascarsi il suo denaro. E poi lo porta a casa di Bob.

Il vecchio cinico, venendo a conoscenza di quello che il suo dipendente deve passare tutti i giorni, si risveglia dal suo stato di trance e i suoi pensieri maligni cominciano a mutare. Ma è con l’ultimo spirito che Scrooge capisce davvero il senso della vita. La morte gli si avvicina, spaventandolo e facendogli capire quanti anni ha perduto, imprigionandosi nei suoi cattivi pensieri e comportamenti.

Scrooge si risveglia nella sua camera e nota che è la mattina di Natale. Con un balzo esce di casa e fa portare un tacchino alla famiglia di Bob, aumentandogli il salario, per poi raggiungere la casa del nipote, da cui viene accolto a braccia aperte.

Un film che va oltre al Natale

Un film profondo che insegna una lezione importante a ognuno di noi: il male porta solo male. Il bene, invece, fa la differenza.

Il protagonista della storia era talmente influenzato dai pensieri negativi e dalla convinzione di essere solo che, alla fine, ha allontanato tutti. Anche le persone che, in fondo, gli volevano bene e speravano nel suo cambiamento. Ma, per quanto pensiamo di essere soli, per fortuna, non lo saremo mai.

Ci sarà sempre qualcuno, o meglio, qualcosa pronto a venire in nostro soccorso: la vita. Il cambiamento è l’unica costante che ci dà l’occasione per crescere, migliorare e fare del bene. Un bene che non dev’essere regalato solo una volta all’anno, ma che deve andare oltre al Natale e all’atmosfera. Il film insegna che esistono seconde possibilità e che la vita è una sola.

Ma solo amando e facendosi amare, si verrà ricordati per sempre.

Scrooge e Timmy, il figlio di Bob

Laureata in Comunicazione e Media. Scrive ovunque, perché non riesce a farne a meno. Si sogna sceneggiatrice e i suoi film preferiti sono quelli con Christian Bale