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Musica

Carlos Santana: il rivoluzionario della contaminazione rock e latin-sound4 minuti di lettura

Carlos Augusto Alves Santana nasce il 20 luglio del 1947 ad Autlán de Navarro in Messico. In occasione del suo compleanno, vogliamo ripercorrere le tappe salienti di una carriera musicale, sebbene altalenante, lunga più di cinquant’anni.

Oltre all’indiscusso talento come chitarrista, tra i migliori al mondo, all’artista va riconosciuto il merito di aver mescolato con maestria elementi di generi musicali differenti come il blues, il rock e la salsa.

All’omologazione ed al successo commerciale, Santana ha sempre anteposto la voglia di sperimentare e di esplorare nuove strade e suggestioni sonore. La vendita di oltre 80 milioni di dischi non ha placato la sua “necessità”. La genuina passione e l’energico entusiasmo traspaiono dalle sue parole:

Ehi, io suono la chitarra. E la suono con una energia che mi ha dato Dio. Se suono ancora è perché ho una passione che non mi lascia mai.

Carlos Santana: dal violino a Woodstock

La musica è nel DNA della famiglia Santana. Suo nonno Antonio suonava il corno francese nella banda municipale, mentre il padre José era un violinista mariachi. E proprio il violino è il primo strumento imbracciato da Carlos, all’età di cinque anni.

A 13 anni inizia a suonare la chitarra da autodidatta e si esibisce nei locali di Tijuana, vicino al confine tra Messico e California. Qui viene a contatto con la musica dei neri afromericani e resta affascinato dal soul e rhythm & blues.

Il successivo trasferimento nel 1961 a San Francisco con la famiglia, rappresenta una tappa fondamentale per la sua carriera. Il 16 agosto del 1969, l’impresario Bill Graham porta la Santana band, di cui Carlos è voce e chitarra, al festival di Woodstock, ancora prima della pubblicazione del loro disco.

Soul Sacrifice, brano strumentale di 11 minuti, con lo strepitoso assolo di batteria di Michael Shrieve e la Gibson SG Special di Carlos, incanta il pubblico.

Santana – Soul Sacrifice 1969 Woodstock live

Prima di esibirmi la mia grande preoccupazione era fare di tutto per tenermi cosciente, perché avevo preso alcune sostanze psichedeliche decisamente forti, appena prima di salire sul palco. Quando siamo arrivati sul posto, attorno alle 11 di mattina, ci hanno detto che avremmo suonato alle 8 di sera. Così ho detto: «Be’, allora prenderò degli acidi, così, quando mi staranno scendendo, sarà l’ora di salire sul palco e mi sentirò bene.» Ma quando attorno le 2 stavo raggiungendo il picco di  allucinazioni, qualcuno ha detto: «Se non sali ora sul palco, non ci salirai mai»

L’album Santana esce due settimane dopo la leggendaria performance, trasformando il sestetto di semisconosciuti poco più che ventenni in uno dei gruppi più popolari dell’epoca.

La magia della chitarra di Carlos Santana

Il sound dell’album Abraxas, che contiene brani quali Black Magic Woman, Oye cómo va, Samba pa’ ti rappresenta una vera e propria rivoluzione per l’epoca. Il sapore latino combinato alla forza del riff porta l’album in cima alla classifica americana per sei settimane consecutive. Con la pubblicazione di Santana III, nel 1971, il successo di vendite viene replicato.

Carlos Santana alla chitarra
Carlos Santana

Negli anni ‘70 si registrano una lunga serie di cambi di formazione della band e divergenze in merito alla direzione musicale da seguire. Carlos Santana decide di indirizzarsi verso un sound più blues, inserendo elementi jazz, ispirandosi a John Coltrane, del quale è grande estimatore.

“Coltrane mi ha insegnato che un musicista deve costruire un ponte tra l’inafferrabile e l’umano. Non per forza tutto deve venire da sotto la cintura per vendere un disco, la musica migliore è quella che apre il cuore come un fiore e fa osare le persone di credere che siamo aquile e non tacchini”.

Successivamente, Carlos Santana si dedica sempre più ai suoi interessi spirituali ed alla meditazione, insieme al chitarrista John McLaughlin, con cui condivide lo stesso guru Sri Chinmoy.

Il vero “rilancio” commerciale dell’artista avviene nel 1999, con la pubblicazione dell’album Supernatural, targato Arista Records e vincitore di otto Grammy Awards. 

Le collaborazioni con Everlast, Eagle Eye Cherry, Maná e il singolo Smooth con Rob Thomas portano il disco in cima alla classifica, dopo 28 anni dalla conquista della vetta di Santana III.

Il merito di questo lavoro è senz’altro quello di aver avvicinato le generazioni più giovani, quelle che negli anni ‘70 non erano ancora nate, alla musica di Santana. Magari, qualcuno incuriosito dalla magia della sua chitarra e dal suo tocco inconfondibile, è andato a rispolverare la sua discografia, scoprendo capolavori senza tempo come Europa (Earth’s Cry Heaven’s Smile).

Copywriter e redattrice freelance, appassionata di libri e scrittura, spero un giorno di poter produrre narrativa per ragazzi. Il mio motto è "Cerco sempre di fare ciò che non sono capace di fare, per imparare come farlo".