
Carlo Verdone compie 72 anni: l’Italia attraverso i suoi personaggi6 minuti di lettura
Il 17 novembre 1950 nasce a Roma Carlo Verdone, il padre Mario è critico cinematografico e professore di Storia del Cinema, non solo, è anche dirigente del Centro sperimentale di cinematografia di Roma. Carlo, però, non sembra avere in mente di fare del cinema la sua vita e passa le giornate a sfrecciare sulla Vespa e ad ascoltare Jimi Hendrix.
Qualche anno dopo tutto cambia, si laurea in Lettere Moderne con una tesi dedicata al cinema muto italiano, prende il diploma in regia proprio al Centro sperimentale di cinematografia e da quel momento inizia a girare cortometraggi amatoriali e a fare spettacoli di cabaret in giro per i teatri della città.
Oggi, con alle spalle una lunga carriera di successi e di interpretazioni memorabili, colui che è stato definito l’erede di Alberto Sordi, compie 72 anni. Ripercorriamo insieme i personaggi più iconici di Carlo Verdone attraverso alcuni dei suoi film.

Un sacco bello (1980)
Pirandello nel 1921 compone il dramma Sei personaggi in cerca d’autore, dopo quasi sessant’anni, nel 1980, Carlo Verdone debutta con Un sacco bello e qui i suoi sei personaggi principali sono tutti scritti e interpretati da lui, che riesce nel modo più naturale possibile a indossare maschere diverse interpretando le personalità più variegate.

Da Enzo, che superficialmente potrebbe sembrare il tipico coatto romano sicuro di sé e che invece cerca solo qualche vecchio amico per un viaggio a Cracovia il giorno di ferragosto, a Leo, un bambinone che, al contrario, il ferragosto lo dovrebbe passare con sua mamma a Ladispoli, tuttavia finisce con l’innamorarsi di una turista spagnola, Marisol, e a girare con lei per la città deserta e assolata. Infine, la terza storia è quella di Ruggero, che abbandona la sua vita borghese e si sposta in una comunità hippie con la fidanzata Fiorenza, ripetendo nel corso del film il celebre mantra “Love, love, love”.
Nel corso di queste tre storie, Carlo Verdone interpreta anche altri personaggi secondari, Don Alfio, chiamato dal padre di Ruggero per provare a riportarlo sulla retta via, ma che non ricorda neanche le basi della religione, il professore e Anselmo, rispettivamente vicino e cugino di Ruggero, anche loro intenti, inutilmente, a convincere il ragazzo a tornare in sé, ricreando un memorabile siparietto nel salotto di casa che però non porterà a nulla.

Bianco rosso e verdone (1981)
Nel 1981 è il turno del suo secondo film, Bianco rosso e verdone, che con i suoi tre protagonisti – Pasquale, Mimmo e Furio – si rivelerà uno dei cult del regista romano, il quale riuscirà a rappresentare in chiave ironica l’Italia nel periodo delle elezioni politiche nazionali.
Pasquale è un lucano trapiantato a Monaco, che torna in Italia per votare e si ritrova vittima di una serie di furti durante il viaggio, che termina con un memorabile sfogo una volta arrivato in sede elettorale; Mimmo, invece, affronta il viaggio verso Roma, in compagnia della nonna Teresa, interpretata dall’indimenticabile Sora Lella, che grazie alle sue peripezie, mette in evidenza il carattere da eterno bambino del nipote; infine, troviamo Furio, un borghese trasferito a Torino, che torna nella città natale con i suoi due figlioli, Anton Luca e Anton Giulio, e la sfinita moglie, Magda, che pur di evitare i tic e le ossessioni del maniacale marito, si nasconde in autogrill urlando disperata la celebre frase: “Non ce la faccio più!”


Il finto Padre Spinetti
Tra i suoi personaggi preferiti, c’è indubbiamente la figura del prete, una personalità che però, così come Don Alfio in Un sacco bello, non se la cava bene con le parole e sembra improvvisare un ruolo ormai in crisi, che tuttavia ha sempre continuato ad avere un’importanza rilevante in Italia.
Così, nel 1983, nel film Acqua e Sapone, troviamo una giovane e bellissima modella americana, Sandy, e un prete che deve farle da precettore: questa è la trama iniziale, peccato che il bidello trentenne Rolando, interpretato immancabilmente da Carlo Verdone, decide di spacciarsi proprio per Padre Michael Spinetti e mettere su un piano che, naturalmente, non finisce proprio come aveva immaginato.
Il personaggio di Padre Spinetti è il tipico bambinone, che come Leo in Un sacco bello e Mimmo in Bianco rosso e verdone, mette in risalto tutta la sua tenerezza e ingenuità, portando lo spettatore a ridere e a commuoversi con le sue assurde vicissitudini.


Nel corso della sua carriera, Carlo Verdone è riuscito a interpretare i personaggi più svariati, rappresentando minuziosamente e con un’estrema attenzione l’Italia di quegli anni, un paese che non si è mai preso troppo sul serio e che, tra una risata e l’altra, è stato dipinto a regola d’arte.
Le sue interpretazioni non sono mai finite nei cliché, al contrario sono maturate sempre più, arrivando con film come Compagni di scuola (1988), Stasera a casa di Alice (1990), Maledetto il giorno che t’ho incontrato (1992) e Viaggi di nozze (1995) a trasportare tutti gli amanti del cinema d’autore in un viaggio perfettamente bilanciato tra comicità e drammaticità.

