
Carl Barks: il maestro del fumetto4 minuti di lettura
Carl Barks è stato un maestro della storia del fumetto, nonché pittore, illustratore e sceneggiatore statunitense. Nel giorno della sua nascita, avvenuta il 27 marzo 1901, vogliamo rendere omaggio a colui che ci ha regalato la piacevolezza di mille letture e “ha reso reale la fantasia”, citando John Canemaker.
La sua fervida immaginazione ha influenzato e ispirato diverse generazioni di illustratori ed artisti, anche in ambito cinematografico. Ad esempio per la sequenza iniziale del film “I predatori dell’arca perduta” diretto da Steven Spielberg si è preso spunto da una delle storie di Zio Paperone, “Le sette città di Cibola” del 1954. George Lucas, creatore di Indiana Jones, negli anni ‘50 aveva un abbonamento a Walt Disney’s Comics and Stories e una passione smisurata per le avventure di Uncle Scrooge.

“Ho sempre sentito di essere una persona sfortunata come Donald, che è vittima di tante circostanze. Ma non c’è una persona negli Stati Uniti che non possa identificarsi con lui. Lui è tutto, è tutti; fa gli stessi errori che tutti noi facciamo.”
Lo stile distintivo di Carl Barks tra disegno e narrazione

Creatore di Zio Paperone e di innumerevoli personaggi memorabili che appartengono ormai all’immaginario collettivo, Carl Barks lavorò come fumettista Disney dal 1942 al 1966. Il suo stile distintivo, così amato dal pubblico, denota una straordinaria abilità nel disegno e nella narrazione.
I lettori vengono trasportati in scenari mitologici, mondi lontani e antiche civiltà magistralmente rappresentate, attraverso le avventure epiche e spiritose dei protagonisti. L’artista sviluppò le personalità di quest’ultimi, da Paperon de’ Paperoni a Qui Quo Qua fino ai Bassotti, conferendo a ciascuno di essi uno spessore umano complesso, ricco di sfaccettature e sottigliezze, emozioni e debolezze.

Questa umanità aprì la strada ad un mondo in cui la demarcazione tra buoni e cattivi, tradizionalmente presente nei fumetti per l’infanzia, non era più così nitida. Ma fu anche la chiave del successo internazionale e della devozione dei fan, che si riconobbero nelle figure dai piedi palmati e dal becco arancione e nelle loro gloriose e sventurate imprese.
Infine Carl Barks, grande narratore del XX secolo, attraverso il fumetto seppe interpretare in chiave satirica e profonda tanti aspetti della società e della cultura americana.
“Ho sempre considerato i paperi come caricature di esseri umani.”
The Good Duck Artist esce dall’anonimato

Agli albori dei fumetti Disney, gli artisti lavoravano sotto anonimato e tutte le storie portavano la medesima firma, quella di Walt. Tuttavia negli anni ‘40 e ‘50 i fan notarono l’impronta personale del fumettista dei paperi, che iniziarono a chiamare con l’appellativo The Good Duck Artist.
A bucare la politica aziendale di segretezza della Company, furono due devoti lettori: Malcolm Willits e John Spicer. Con astuzia e stratagemmi differenti, riuscirono ad ottenere il nominativo di Carl Barks e il suo indirizzo. L’11 aprile del 1960 Spicer scrisse la prima lettera, di fronte alla quale l’artista statunitense rimase incredulo, ignaro dell’ammirazione e della stima di cui già godeva.
“Ho passato 17 anni al buio, chiedendomi cosa volessero davvero i lettori delle mie cose.”
Barks omaggiò i ragazzi, che incontrò personalmente, citandoli in Stranger Than Fiction di Walt Disney’s Comics and Stories pubblicata nel giugno del 1961. Nella storia Paperino si infuria quando scopre i suoi nipotini intenti nella lettura di un libro di fantascienza, grande passione di Malcolm, intitolato Ten Seconds To Mars di Spicer Willits.

A partire dagli anni Settanta, grazie alla licenza concessa dalla Disney, il maestro dell’Oregon iniziò a produrre dipinti ad olio raffiguranti i protagonisti delle sue vignette e copertine, riscuotendo un enorme successo.
“Non c’era differenza tra i miei personaggi e la vita che i miei lettori avrebbero dovuto affrontare.”

