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Arte

Nests in Milan. I nidi di Tadashi Kawamata da Building Gallery5 minuti di lettura

Fino al 23 luglio 2022 Building Gallery a Milano ospita la mostra Nests in Milan di Tadashi Kawamata, a cura di Antonella Soldaini.

Nei giorni precedenti all’inaugurazione gli sguardi di chi passava dalla sede della galleria, in via Monte di Pietà, sono stati attirati da grandi assi di legno che venivano montate sulla facciata dell’edificio e non solo.

Si tratta appunto dei “nidi” dell’artista giapponese, famoso in tutto il mondo per i suoi interventi e progetti multidisciplinari.

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Tadashi Kawamata, Nest in Milan, installazione sulla facciata della Building Gallery

I nidi di Tadashi Kawamata

Affermatosi fin da giovane sulla scena artistica internazionale, Kawamata ha realizzato numerosi progetti site specific in tutto il mondo. Con le sue opere, prevalentemente in legno, egli vuole sollevare una riflessione sul contesto sociale e sulle relazioni umane.

A partire dal 1998 l’artista inizia a indagare il tema del nido. In questo periodo, infatti, le sue costruzioni lignee, che fino ad allora erano state astratte, iniziano ad assumere la forma dapprima di baracche e, successivamente, di nidi.

Queste strutture sono realizzate da assi di legno (spesso reperite direttamente sul posto) intrecciate tra loro. In apparenza disposte in modo casuale o poco ordinato, esse nascondono un’attenta progettazione. Ne risulta un complesso elegante e leggero ma ben solido.

L’aspetto delicato ed effimero rimanda a una visione della realtà in continuo mutamento, transitoria e fluttuante, di cui la cultura giapponese è profondamente intrisa.

Il concetto di nido possiede un portato simbolico profondo e potente. Esso rimanda alla necessità, sia animale che umana, di costruire rifugi e luoghi di protezione. I nidi, dunque, sono simbolo di protezione, riparo e anche di casa.

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Installazioni di Kawamata alla Building Gallery

Essi, inoltre, sono concepiti come qualcosa di naturale, organico e fisico. Inseriti in contesti urbani e artificiali, creano una contrapposizione che spinge a riflettere su come viviamo e ci rapportiamo allo spazio architettonico.

Il progetto per Building Gallery (e non solo)

Per il suo intervento a Milano, il primo in questa città, Kawamata ha proposto quattro interventi negli spazi interni ed esterni della Building Gallery, sia in diversi siti: Grand Hotel et de Milan, Centro Congressi di Fondazione Cariplo e il Cortile della Magnolia a Brera.

Tadashi Kawamata, Nest in Milan (2022), Cortile della Magnolia, Palazzo di Brera. Foto: Paolo Riolzi

A questi si aggiunge un ulteriore intervento presso l’ADI Design Museum. Si tratta di un piccolo nido che preannuncia un futuro progetto che verrà realizzato in autunno: un’opera site speific in cui il legno usato per la mostra Nests in Milan verrà riutilizzato e troverà nuova vita.

Il progetto presso la Building Gallery è concepito come un unico nido, il più grande mai realizzato fino ad ora dall’artista. Se sulla facciata della galleria è possibile ammirare la parte esterna di questo nido, entrando nelle sale si entra anche all’interno del nido.

Le due realtà, quindi, trovano un modo di coesistere e a dialogare tra loro. Da una parte l’architettura pulita e razionale della galleria, dall’altra la struttura dell’opera di Kawamata che rimanda a un fattore più naturale.

Il visitatore si ritrova a muoversi tra le assi di legno, costretto a prestare maggiore attenzione del solito a dove cammina e allo spazio che lo circonda.

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Particolare dell’intervento di Kawamata alla Building Gallery

Ecco, dunque, come l’artista giapponese ci spinge a rivalutare gli spazi architettonici e urbani e a ripensare il nostro rapporto con essi.

Ad affiancare il nido principale, collocati sui tre piani della galleria sono presenti anche altri nidi di dimensioni più ridotte. All’ultimo piano è possibile ammirare anche alcuni bozzetti e disegni preparatori realizzati dall’artista in vista della mostra.

Milano: un contesto urbano ricco di sfide

Durante l’inaugurazione della mostra Kawamata ci ha parlato delle sfide incontrate per realizzare questo progetto a Milano e della sua impressione sulla città.

Milano è una città molto contemporanea, industriale, fashion, ma anche rigida e molto attenta all’ordine. La creazione e l’installazione dei nidi, allora, ha permesso all’artista di riportare la natura in un contesto tale.

C’è un enorme contrasto tra l’artificialità e la complessità degli edifici, da una parte, e la semplicità e il richiamo alla natura dei nidi, dall’altra.

Questi ultimi vogliono essere un modo per ripensare alla città e per guardare Milano in modo diverso. Sono come delle tracce che Kawamata lascia qua e là per testimoniare il suo passaggio.

Le sue opere creano inevitabilmente una connessione: tra i vari luoghi della città, tra spazio e persone, ma anche tra le persone, sia quelle che hanno collaborato alla realizzazione del progetto sia chi si è fermato e si fermerà incuriosito dai nidi.

Dopo la laurea in filosofia ho conseguito un master in Arts Management. Sono appassionata di arte, letteratura, teatro e culture non europee. Cerco sempre nuovi stimoli e avventure da intraprendere.