
Bros insegna che l’amore è amore. Ora al cinema4 minuti di lettura
Bros è appena uscito nelle sale italiane. Diretto da Nicholas Stoller, con protagonisti Billy Eichner (Billy on the Street) e Luke Macfarlane, è un film estremamente piacevole, tanto “leggero” (solo apparentemente) quanto essenziale, oggi più che mai. Scopriamo insieme il perché.
E poi tutto cambia
Bobby Lieber, conduttore di un podcast socialmente impegnato su tematiche della comunità LGBTQ+, è orgogliosamente single. La sua carriera procede a gonfie vele: vince un premio come “Miglior uomo gay cisgender” durante un evento della community e diventa direttore del primo museo della storia LGBTQ+ di Manhattan. Va tutto liscio, finché non arriva Aaron.

Inizialmente gli sembra solo l’ennesimo ragazzo gay “bello che non balla”, inaffidabile, incostante e inesorabilmente disinteressato a qualsiasi tipo di legame. Poi qualcosa cambia. Lasciamo a voi di scoprire il resto della storia.
Verità difficili ma necessarie
Pur mantenendosi fondamentalmente leggero, come ci si aspetterebbe da una commedia romantica, Bros riesce comunque a trattare tematiche fondamentali e per niente scontate. Prima fra tutte, la hookup culture tipica del mondo gay. Quel momento “freddo e imbarazzante post rimorchio Grindr”, riassunto perfettamente nella battuta “Sesso strano con sconosciuti che non ti piacciono”.

Poi sia chiaro, ognuno è libero di fare quello che vuole. Naturalmente, non è il sesso occasionale in sé ad essere preoccupante, quanto il fatto che molti accettano di farlo perché sembra l’unico modo per “connettersi” con altri membri della comunità gay. In questa fiera della carne, contano solo l’aspetto esteriore e l’appetibilità sessuale. Quando è successo? Sembra che nessuno abbia più tempo o tantomeno voglia di conoscere qualcuno per quello che è. Difficile non indurire il cuore, in simili condizioni.
La diffusione della hookup culture è la discendente diretta del secondo macro-argomento che Bros affronta brillantemente. La storia della comunità LGBTQ+, troppo spesso travisata, sorvolata o peggio, edulcorata e rifabbricata per essere “più digeribile” per il pubblico non queer. Per non parlare degli stereotipi. Ecco perché celebrare il Pride è così importante. Parliamone.

Spesso ci si lamenta dell’eccesso tipico della parata del Pride. La gente altro non vede che un branco di persone mezze nude che lanciano urletti e muovono i fianchi in modo provocante. Riunite per andare a rimorchio sicuro. La marcia del Pride è un atto politico. Camminare per le città, anche e soprattutto con gli eccessi che la festa comporta, rappresenta la celebrazione di una libertà ottenuta con un incommensurabile sacrificio. Quello di tutti coloro che, negli anni, sono stati abusati, discriminati e resi vittime di atti di violenza solo perché amavano qualcuno che la società diceva loro di non amare.
Una verità difficile da raccontare quanto necessaria da ascoltare. Ricordare. E celebrare. Specie perché la strada per la vera inclusione è ancora lunga. I fatti di storia recentissima lo dimostrano.
Alla fine, il mondo si è rimesso al passo con noi. Ma non è stato abbastanza veloce. […] Esistiamo fin dagli albori del tempo. Eppure, sembra che abbiamo appena iniziato a raccontare le nostre storie.
Billy Eichner nei panni di Bobby
Love is Love is Love
Bros è un film meravigliosamente normale. Consapevole, leggero e impegnato al tempo stesso. Una commedia romantica divertente e in grado di infondere buon umore. E speranza. Dimostra che una storia gay non deve necessariamente prendere la piega drammatica o politica per far parlare di sé. Avendo scelto di raccontare gli alti e i bassi delle relazioni, Bros permette anche agli spettatori non queer di identificarsi con i personaggi. Sì, perché l’amore è sempre amore. Senza etichette, solo amore.

