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Cinema

Black Mirror, Caduta libera: se i social influenzassero la nostra vita (e forse è già così)3 minuti di lettura

Caduta Libera (Nosedive in lingua originale) è il primo episodio della terza stagione di Black Mirror, la serie tv ideata da Charlie Brooker e disponibile su Netflix, una delle più innovative e spettacolari degli ultimi anni. Ogni episodio della serie è una storia a sé stante. Ambientate in una dimensione distopica o in un futuro abbastanza prossimo in cui la tecnologia ha preso il sopravvento, ognuna delle puntate offre ottimi spunti di riflessione su come la tecnologia ci stia influenzando, portandone alla luce gli effetti collaterali e la forte assuefazione che inconsapevolmente abbiamo nei suoi confronti. 

Un marchio di fabbrica di Black Mirror è la mancanza dell’happy ending: il finale di ogni storia è crudele, un pugno nello stomaco dello spettatore. 

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Schiavi della tecnologia?

Tra gli episodi più belli e paurosamente attuali vi è Caduta Libera. In un mondo di tinte pastello, gli esseri umani utilizzano ossessivamente un social senza nome, molto simile a Instagram, con cui si possono valutare – da una a cinque stelle- tutte le persone che si incontrano.

Il livello che ciascuna persona ha in un determinato momento – che può scendere o salire in base ai voti di volta in volta ricevuti – ne influenza la vita: più si ha un punteggio elevato, più ci si può permettere casa e lavoro migliori; più il punteggio scende, più la reputazione tende ad aggravarsi. 

Di fatto, ci troviamo in una dimensione in cui l’uomo è schiavo dei social, un po’ come noi oggi.

Non possiamo più fare a meno di condividere con il mondo ciò che facciamo o ciò che ci accade. Inoltre, tendiamo a mostrare solo le cose belle, creandoci un profilo social perfetto e patinato. E patinato è il mondo di Nosedive: i colori tenui – giallino, violetto e azzurro- di case, abiti ed auto ne riflettono la falsa purezza, frutto di una forzata repressione di rabbia, onestà ed individualità. 

La protagonista della puntata, Lacey, cerca a tutti i costi di raggiungere un punteggio elevato per poter vivere nel quartiere privilegiato di Pelican Cove. Il suo unico scopo nella vita è questo, ma solo successivamente si renderà conto di quanto abbia perso di vista sé stessa. E per quale causa?

Noi siamo liberi? 

Il finale dolce amaro fa riflettere: nel mondo di Lacey, ma in fin dei conti nel nostro, siamo davvero liberi? O questa ossessione dell’apparire ci rende prigionieri di una prigione senza sbarre? 

Al giorno d’oggi la spontaneità va sempre più scomparendo. Tutti si nascondono dietro ad una corazza per paura di essere giudicati, ma la verità è che è normale non piacere a tutti. Nosedive ci insegna proprio che voler piacere a tutti può portare alla pazzia e a perdere di vista chi siamo davvero.  

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