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Arte

Bill Viola a Milano: regia artistica per l’anima4 minuti di lettura

Da venerdì 24 febbraio è aperta al pubblico la grande personale che Palazzo Reale, in collaborazione con Arthemisia,  dedica a Bill Viola (New York, 1951). La mostra, in programma fino al 25 giugno 2023, è curata da Kira Perov, direttore esecutivo del Bill Viola Studio e moglie dell’artista, insieme a Valentino Catricalà.

Tra le sale oscurate del piano superiore sono visibili 15 opere, tra le più iconiche e note prodotte dall’artista.

Il distacco dall’esterno, dalla frenesia del quotidiano e dai tempi imposti dalla metropoli, sono gli elementi necessari per predisporsi alla fruizione di ciò che Bill Viola ci presenta e comunica. La sua poetica artistica, da quarant’anni ispirata all’iconografia religiosa del Rinascimento italiano, ma anche alla filosofia orientale, si esplora unicamente quando se ne accettano i tempi.

I video si rivelano lentamente, in perenne slow motion, offrendoci lo spazio temporale di osservare ogni minimo dettaglio che compone un’estetica perfetta di luce e gestualità.
Il suo linguaggio, estremamente contemporaneo, ci impone di fermarci, di relazionarci a ciò che stiamo guardando; il coinvolgimento è quello tipico dell’opera cinematografica, ma con i tempi di un poema epico.

L’ultimo genio del Rinascimento

Pioniere della videoarte, Bill Viola comincia a sperimentare con questa forma d’arte a partire dagli anni Settanta. Laureatosi alla Syracuse University di New York, si avvicina alla tradizione artistica rinascimentale grazie al suo lavoro di direttore tecnico a Firenze. 

Ritratto di Bill Viola,  Photo ©Alessandro Moggi

Altra fondamentale influenza è quella che gli arriva dai diversi viaggi in Oriente, da cui trae elementi del buddhismo zen, del sufismo e del misticismo, coniugandoli con estrema naturalezza alla cultura occidentale. Le sue opere, ospitate in numerose monografiche in Italia, si trovano oggi nelle collezioni dei più grandi musei al mondo e continuano a stupire per la capacità di condensare i principi dell’esistenza nella relazione tra colori, suoni e azioni.
La sua pratica è regia ed è arte; Bill Viola insegue l’inquadratura perfetta, dirige gli attori nelle pose e nella mimesi facciale, e al contempo si figura nella mente un dipinto, una rappresentazione di corpi e di luoghi che possano perfettamente aderire alla tematica scelta.

Vita e morte, incontri e martiri 

La maestria tecnologica dell’artista ci trasporta attraverso immagini in movimento che non solo ci catturano per la definizione di infinite espressioni, ma ci permettono di saggiare quesiti antichi, tematiche universali, declinati attraverso scene intime e narrazioni nuove, finestre aperte sull’essere umano e sul mondo. 

Studio The Raft di Bill Viola, 2005, 16′ 50″. Video a colori ad alta definizione su schermo piatto LCD installato a parete.
Courtesy Bill Viola Studio.

In Ocean Without a Shore (2007), si affrontano metaforicamente l’inevitabilità e il mistero della morte; una serie di incontri, una successione di individui che si avvicinano dall’oscurità, inseguendo la luce. Si assiste al difficile rapporto tra individuo e natura, tra il singolo e l’universo tutto. Un diluvio improvviso si scatena su un gruppo multietnico in The Raft (2004), dopo il quale resteranno disperazione, spavento e incredulità; gli elementi naturali si relazionano e mettono alla prova nella serie Martyrs (2014), ma anche tra le piccole inquadrature di Catherine’s Room (2001) nelle quali, tra le mura di una stanza, le azioni quotidiane si affiancano alle fasi del ciclo annuale, dalla fioritura primaverile ai rami spogli.
Lo scorrere dei giorni scandito dalla natura che cambia.

In altre occasioni Bill Viola esplora la psicologia umana, la sua reazione al vivere, come in The quintet of the silent (2000), dove un gruppo di cinque uomini subisce un’ondata di emozioni differenti, che lo spettatore può indagare in un tempo che sembra sospeso all’infinito. 

La sensazione di assistere a qualcosa di profondamente spirituale e sacro, pur nella terrena presenza corporale, è una costante del suo lavoro e ci costringe a fare i conti con la nostra transitorietà.

BILL VIOLA
dal 24 febbraio al 25 giugno 2023
Palazzo Reale, Milano

Laureata magistrale in Storia dell'Arte, crede fortemente nella cultura come motore del quotidiano. Ama il cinema fin dai suoi albori, la musica in ogni sua forma, la fotografia, la conoscenza. Scrive soprattutto di Arte, quella cosa capace di parlare dell'essere umano nella sua complessità.