
Beyoncè e i suoi 40 anni: artista, madre e donna8 minuti di lettura
Al suo quarantesimo compleanno, Beyoncè Knowles-Carter troneggia sull’Olimpo delle Celebrità. Oltre ad essere un’artista di fama mondiale, con più di due decenni di carriera alle spalle, Beyoncé è anche madre di tre bambini, Blue Ivy (9 anni) e i gemelli Sir e Rumi (4 anni) nonché imprenditrice. Nel 2008 ha fondato Parkwood Entertainment, la casa di produzione dei suoi film e videoclip, che nel 2016 si è aperta al mondo della moda con IVY PARK, una popolare linea di athleisure.
Si sa, Beyoncé non limita sé stessa in alcun modo, né come artista né come donna. A differenza di altre celebrità, non si è mai “seduta” sulla sua fama e continua ad essere produttiva negli ambiti più svariati, dalla musica ai film, dalla moda agli enti benefici. Se da un lato c’è chi sfrutta l’esposizione mediatica per ottenere consenso e alimentare il proprio mito personale, dall’altro Beyoncé è proverbialmente conosciuta per la sua riservatezza e dal 2013 ha smesso di concedere interviste.

Ad agosto, contro ogni aspettativa, Beyoncé ha rilasciato un’intervista esclusiva ad Harper’s Bazaar per l’uscita del numero di settembre, noto come The Icon Issue, che la vede in copertina con indosso la nuova collezione di IVY PARK e degli orecchini Tiffany & Co., alla luce della sua recente nomina come ambasciatrice dei gioielli Tiffany assieme al marito Jay-Z, annunciata qualche settimana prima con la campagna “About Love”. È un’intervista estremamente personale, nella quale ha deciso di aprirsi come mai prima d’ora.
“Il passato è passato”

“Ho passato così tanti anni a cercare di diventare più brava e a migliorare tutto ciò che ho fatto, che oggi sono ad un punto in cui non ho più bisogno di competere con me stessa. Non ho alcuna intenzione di cercare a ritroso. Il passato è passato. Penso che per molti aspetti quella Beyoncé più giovane, meno evoluta non avrebbe un c***o a che spartire con la donna che sono oggi.”
Credit: Beyoncé’s Evolution, Harper’s Bazaar, 10 agosto 2021.
Parole fortemente significative, testimonianza di un’artista che tende sempre a migliorare sé stessa e il suo lavoro. Considerando l’impronta decisamente politica dei suoi ultimi lavori, dei quali parleremo a breve, con queste affermazioni Beyoncé parrebbe riferirsi ai primi quattro album della sua carriera, Dangerously in Love (2003), B’Day (2006), I Am… Sasha Fierce (2008) e 4 (2011). I primissimi lavori che l’hanno definitivamente consacrata come diva di fama internazionale trattavano tematiche prettamente romantiche, con la giusta punta di sexy (Crazy in Love, Naughty Girl, Baby Boy).

La crescita di Beyoncé diventa evidente a partire dal terzo album. Certo, le tematiche amorose affrontate col brio tipico della diva nascente non vengono abbandonate del tutto, e non lo saranno mai – pensiamo a pezzi come Single Ladies, Sweet Dreams o anche Love on Top, Countdown e End of Time. Tuttavia, nel terzo e quarto album, l’amore giovanile evolve in un sentimento più profondo, con sfaccettature che lo rendono ancora più realistico. Pensiamo a canzoni come Halo, Broken-Hearted Girl e Smash Into You.
Beyoncé diventa Beyoncé
Col rilascio del su quinto album, Beyoncé (2014), l’artista entra chiaramente in una nuova fase della sua carriera. Il tema romantico diventa esplorazione della propria sessualità e dell’amore monogamo, con punte d’eccellenza quali Drunk in Love e Partition.
In più, l’impronta femminista del suo lavoro, articolata nella spettacolare celebrazione del potere delle donne, si fa ancora più marcata. Nota bene: alcuni elementi femministi sono presenti anche negli album precedenti, con esempi ormai celebri come Diva, Video Phone, Run the World (Girls) e I Was Here. Ciò che cambia da Beyoncé in poi è la consapevolezza con cui l’artista affronta la questione.

Ci riferiamo, per esempio, a Pretty Hurts, il cui testo, scritto da Sia e Ammo, attacca la beauty industry, che spinge le ragazze di tutto il mondo a perseguire standard di bellezza sempre più irraggiungibili e malsani. Trionfo dell’album è senza dubbio ***Flawless che si apre con un estratto del TED Talk “We Should All Be Feminists” tenuto nel 2013 da Chimamanda Ngozi Adichie, che ha poi ispirato l’omonimo libro, uscito nel 2014 ed edito in Italia da Einaudi.
Altra novità di quest’album è l’apertura di Beyoncé a raccontare e raccontarsi in modo più personale, come in Blue in cui celebra l’amore per sua figlia Blue Ivy o in Heaven, ispirata da una dolorosa perdita subìta dalla madre.
Limonata e politica
Se in passato Beyoncé aveva espresso supporto e interesse per le tematiche più calde del femminismo, con la sua performance al Superbowl del 2016 l’artista si è ufficialmente dichiarata una convinta militante politica. Il giorno prima dell’evento, l’artista ha rilasciato a sorpresa il singolo Formation, un brillante inno di potere e chiamata alle armi per tutte le donne nere del mondo.

Non è la prima volta che Beyoncé ha optato per il surprise release, ma ciò che invece ha sorpreso è stata la pubblicazione, qualche settimana dopo, di un intero nuovo album con tanto di film annesso. Lemonade, in cui Beyoncé si confessa pubblicamente, rivelando di essere stata tradita dal marito, attraversando una fase difficile del suo matrimonio, che rischiava di terminare. Un capolavoro nel quale l’artista celebra la bellezza nera e il suo senso di valore personale, perfettamente in linea col movimento Black Lives Matter. Canzoni come Pray You Catch Me, Hold Up e Sorry mostrano Beyoncé sotto una luce nuova, sdegnata per il torto subìto ma non per questo indebolita.
Nonostante le premesse, Lemonade non funge da annuncio musicale del divorzio. Certo, Beyoncé non è estranea all’annunciare grandi verità sulla sua vita privata in modo alquanto spettacolare – nessuno dimenticherà la performance di Love On Top con sorpresa finale ai Video Music Awards del 2011 – ma la seconda parte dell’album, decisamente più conciliante e volta verso la speranza, con canzoni come Love Drought e All Night, fa intuire il desiderio di ricucire le ferite aperte e ripartire da zero.
Amore universale e orgoglio nero

La rinnovata fiducia nella forza dell’amore che unisce Beyoncé e Jay-Z trova la sua massima espressione in Everything is Love (2018), un album collaborativo di Jay-Z e Beyoncé, che si firmano The Carters, rilasciato a sorpresa dopo l’esibizione della tappa di Londra del loro tour On the Run II. Tra una storica performance esclusiva tra le mura del Louvre, visuali ipnotizzanti, frecciate a Trump e ai servizi di streaming e la sempre presente celebrazione dell’orgoglio nero, Everything is Love chiude il capitolo burrascoso della crisi matrimoniale dei Carter e celebra la loro rinnovata unione e l’incomparabile successo da loro raggiunto.

Ultima tappa della cantante – per il momento –, Black is King (2020) è un film musical e album visivo rilasciato il 31 luglio 2021 in esclusiva su Disney+ in supporto a The Lion King: The Gift, la colonna sonora del remake del classico Disney, in cui Beyoncé presta la voce al personaggio di Nala. Black is King è un baluardo dell’eredità africana lasciata all’artista dai suoi antenati, un inno all’inclusività e alla ricerca di sé stessi.
Le regole sono fatte per essere infrante
A 40 anni, Beyoncé sente di aver appena iniziato.
“Ho fatto gavetta e ho seguito tutte le regole per decenni, e adesso posso infrangere le regole che devono essere infrante. Il mio desiderio per il futuro è di continuare a fare tutto ciò che gli altri pensano che non posso fare.”
Credit: Beyoncé’s Evolution, Harper’s Bazaar, 10 agosto 2021.

