
Before the Flood: il documentario a difesa dell’ambiente di Leonardo DiCaprio5 minuti di lettura
Before the Flood (Punto di non Ritorno) è il documentario del 2016 di Leonardo DiCaprio, che lo vede protagonista, produttore e narratore di un racconto coinvolgente a difesa dell’ambiente.
Diretto dal regista statunitense Fisher Stevens affronta la spinosa tematica del cambiamento climatico. Infatti, l’attore e produttore di Los Angeles, che proprio oggi festeggia il suo 47° compleanno, da anni è impegnato sul fronte ambientalista e sfrutta la propria popolarità per perorare la causa.
La star di Hollywood nel 2014 è stata nominata da Ban Ki-moon, allora segretario generale delle Nazioni Unite, Ambasciatore di Pace. Inoltre, ha fondato la Leonardo DiCaprio Foundation che sostiene attivamente progetti innovativi volti a proteggere specie a rischio di estinzione, salvaguardando gli ecosistemi e le comunità in pericolo.
Perché scegliere Before the Flood e non un film più famoso, ad esempio Revenant di Iñárritu, grazie al quale nel 2016 DiCaprio vinse l’Oscar? Essenzialmente per due ragioni. In primo luogo, la salvaguardia del pianeta è una questione a tutt’oggi ben lontana dall’essere risolta e le drammatiche conseguenze dei cambiamenti climatici sono sotto gli occhi di tutti. In secondo luogo, il docufilm è estremamente attuale, proprio mentre a Glasgow è in corso la COP26, alla quale lo stesso attore ha partecipato.
Gli obiettivi dichiarati sono arcinoti: azzerare le emissioni nette a livello globale entro la metà del secolo e limitare l’aumento della temperatura del pianeta a 1,5°C. Ma quando la politica del procrastinare si trasformerà in politica del fare?
Before the Flood: i devastanti effetti del cambiamento climatico

Il docufilm Before the Flood è il frutto di oltre tre anni di lavoro e tra i produttori esecutivi annovera Martin Scorsese. L’incipit narrativo è il celebre quadro Il Giardino delle Delizie di Hieronymus Bosch. Un’analogia tra la rappresentazione pittorica del trittico e la storia progressiva dell’uomo sulla terra, dall’Eden ad un paradiso inaridito e spettrale. Lo stato attuale corrisponde al secondo pannello “l’umanità alla vigilia del diluvio”.
Da qui inizia il racconto del viaggio che ha condotto DiCaprio in ogni angolo del globo, per capire, vedere, toccare con mano l’entità e la portata degli effetti del cambiamento climatico. Dall’estrazione del petrolio dalle sabbie bituminose di Alberta in Canada al rapido e imponente scioglimento dei ghiacci nell’arcipelago artico canadese e in Groenlandia.
Particolarmente interessante l’esperienza in India ed il dialogo tra la star del cinema e Sunita Narain. Da un lato la dipendenza economica dai combustili fossili degli USA, dall’altro un sistema in cui 300 milioni di persone non hanno accesso all’elettricità. Dal confronto dei consumi energetici emergono dati impietosi: un americano consuma 34 volte l’energia di un cittadino indiano. Basterà investire sulle fonti rinnovabili oppure occorre ripensare anche al nostro stile di vita?

Numerose e diversificate le tragedie immortalate, dall’innalzamento del livello del mare che sommerge la Florida, alla deforestazione di Sumatra in Indonesia, per alimentare il business dell’industria dell’olio di palma. Doverosa la tappa in Cina, definita la “fabbrica del mondo”, con la popolazione avvelenata dall’inquinamento atmosferico. A testimonianza del fatto che non esiste luogo in cui sentirsi al riparo, la questione è globale e il mondo è interconnesso.
Nonostante la prospettiva della produzione sia trasparente fin dal principio, nel sostenere che le attività umane siano la causa del riscaldamento globale, non mancano frammenti che danno voce ai negazionisti di parere discordante. Tra di essi figurano diversi esponenti del senato americano, nonché lobby, grandi corporazioni, compagnie petrolifere i cui profitti derivano dal settore dei combustili fossili.
L’icona DiCaprio veste i panni dell’uomo comune

Il prodotto finale è ben confezionato, alterna immagini di forte impatto a interviste e spazi di confronto con figure politiche, scienziati, ricercatori e esponenti delle comunità locali.
Il montaggio è funzionale allo scopo divulgativo/informativo della produzione video, adatta ad un’ampia platea di pubblico. Il linguaggio adottato, pur toccando temi complessi, è chiaro e ben comprensibile. Il tono non è apocalittico, tanto che DiCaprio si interroga se il processo di deterioramento sia reversibile, ma sottolinea l’urgenza di un cambio di rotta tempestivo.
L’approccio dell’attore è curioso, genuinamente entusiasta di fronte alla maestosità della natura, spontaneo, a tratti infantile.
“Questa è una stazione climatica? Mi immaginavo un immenso igloo pieno di scienziati intenti a condurre esperimenti. Questo sembra il sistema di filtraggio di una piscina”.
Insomma veste i panni dell’uomo comune. Ma poi ci si ricorda improvvisamente del suo status di icona, quando il protagonista incontra personalità altisonanti del calibro di Barack Obama, Elon Musk, John Kerry e persino Papa Francesco.

Before the Flood è un documentario moderno e a DiCaprio va riconosciuto il merito di tenere alta l’attenzione sulle istanze ambientali. É una goccia in mezzo al mare, certo, affinché il clima divenga priorità dell’agenda politica di ogni governo. Una emergenza che non può essere definita tale, poiché il dibattito è ormai in corso da decenni e chissà dove saremmo oggi se avessimo ascoltato i primi moniti.
Ma c’è un appello rivolto anche alle persone comuni, invitate a riflettere sui loro acquisti, sui loro consumi e sulla loro alimentazione. Scelte individuali che a livello globale possono fare la differenza. Senza dimenticare che nelle loro mani hanno il potere del voto.

