
Baustelle: il ritorno nel 2023 di cui abbiamo bisogno3 minuti di lettura
“Per ridere, piangere, ballare, abbracciarsi. Tutti insieme, un attimo prima della fine del mondo”.
Scrivono così i Baustelle sui loro profili social e ormai lo possiamo finalmente dire, sono tornati.
Con una tappa già sold out a Bologna, il gruppo annuncia il suo ritorno con un nuovo album in uscita per il tour, che avrà inizio a maggio 2023. Dopo l’ultimo album nel 2018, L’amore e la violenza vol.2, benché non si fossero sciolti, i Baustelle si sono presi una pausa, con Francesco Bianconi e Rachele Bastreghi che hanno intrapreso progetti da solisti e lasciato i loro fan sperare sempre in un ritorno insieme.
Ora, il ritorno è realtà e non ci resta che aspettare per sapere come tornerà a farci sognare l’amata band toscana. Noi proviamo a ingannare l’attesa riascoltando il loro primo album, Sussidiario illustrato della giovinezza (2000) e ritornando per un po’ con la mente agli anni spensierati e tormentati della nostra adolescenza.
Sussidiario illustrato della giovinezza
Il primo album dei Baustelle è quello che si definisce un concept album, in cui tramite dieci brani, la band ci porta attraverso dieci storie sulla giovinezza, che grazie a influenze britpop, elettroniche e del cantautorato italiano, ci cullano magicamente con una scrittura romantica, erotica e malinconica negli anni dell’adolescenza.
E fantascienza ed erezioni / Che mi sfioravano le dita / Tasche sfondate e pugni chiusi / Avrei bisogno di scopare con te
Gomma
Gomma è una di quelle canzoni che, anche a distanza di anni, riesce comunque a portarti alla mente la nostalgia di quelle serate in cui ogni passione era vissuta con la violenza e l’urgenza che probabilmente, in quell’identico modo, si sperimenta solo a quell’età, in cui l’incoscienza e la paura che si provava ci faceva letteralmente “vibrare di vertigine, di lecca-lecca e zuccheri”.

Quando poi passiamo all’ascolto de La canzone del parco e La canzone del riformatorio, si ha come l’impressione di essere catapultati in un limbo, in cui la ferocia e l’urgenza di amare ed essere amati si mescola con la tenerezza di sentimenti così acerbi, da non riuscire neanche a decifrarli e trasfigurarli nella realtà.
Domani è lontano / Se mi ami ora
La prima parte ne La canzone del parco è ritmata e singhiozzante, mentre si descrive la parte più oscura delle prime passioni erotiche, in cui l’insicurezza delle proprie azioni porta a gesti avventati che si concludono, alla fine, con una musica più dolce, che culla i giovani amanti mentre si arrendono alla loro fragilità nel parco.
Penso che / Ho di nuovo i brividi / E mi lascio prendere / Da domande inutili / Da poeti poveri / Sui miei rami umidi / Sulle foglie ultime / A che cosa pensano / Questi umani fragili / A che cosa servono / I miei rami stupidi / A che cosa servono / Se mi lascio prendere / Da pensieri inutili
La canzone del riformatorio, invece, narra del tormento adolescenziale, racchiuso in un determinato luogo, in cui la vita vera sembra lontana e indecifrabile, mentre si canta di sogni a occhi aperti, di pensieri e momenti che tornano alla memoria per far spazio all’acerbo rimorso in cui si ricorda la persona che si ha ferito.
Eri spacciata / Piccola mia / Quando ti ho detto / “Mi riconosci? / Sono quello che / Non ride mai / Nella tua scuola” / E dolcemente / Ti ho regalato / La mia violenza / Il mio attimo di gloria
Che l’espressività creativa e la leggerezza delle canzoni dei Baustelle abbiano accompagnato intere generazioni non c’è dubbio, ora, dobbiamo aspettare solo qualche mese per un ritorno di cui, sinceramente, abbiamo proprio bisogno.
“Hello bastardi, ci vediamo”?

