
Bambina in abito azzurro di Amedeo Modigliani: capolavoro dai tratti unici3 minuti di lettura
Bambina in abito azzurro di Amedeo Modigliani è un capolavoro dai tratti unici che spicca nella produzione artistica del maestro livornese. L’olio su tela, che fa parte di una collezione privata, venne realizzato nel 1918, anno nel quale nacque sua figlia Jeanne. Lo stesso nome della giovanissima musa e compagna ventiduenne Jeanne Hébuterne, che alla morte dell’artista nel 1920 a soli 36 anni, incinta di otto mesi si tolse la vita.
Scultore e pittore del ‘900, oggi è universalmente noto ed amato per la sensualità dei nudi femminili e per la sua peculiare ritrattistica, che tende ad astrarre la fisionomia piuttosto che a concretizzarla. La fondazione a lui intitolata, narra a questo proposito:
“tutti coloro che hanno posato per lui hanno raccontato che essere ritratti da Modigliani è come farsi spogliare l’anima“.
Fu autore di opere scultoree, cariatidi e ritratti, in cui il primitivismo si fonde con la tradizione classica italiana, dando vita ad un’arte personale dal sapore arcaico e ultramoderno al tempo stesso.
La piccola dagli occhi celesti: Bambina in abito azzurro di Amedeo Modigliani

Bambina in abito azzurro di Amedeo Modigliani è uno dei rari quadri in cui il soggetto è rappresentato a figura intera. Ritrae una bimba in piedi al centro della scena, che si stringe le mani una sull’altra, come se si stesse congedando da se stessa. Un nastro rosso le attraversa la capigliatura castana, che rimanda cromaticamente agli stivaletti calzati. La pavimentazione, dalla tinta marrone non omogenea, è costituita da piastrelle.
Alle sue spalle un muro spoglio e scarno dalla tonalità celesti, che richiamano il colore del vestito indossato. Il suo volto dalle gote rubiconde, inclinato leggermente verso destra, è illuminato sia dal colletto bianco dell’abito, sia dai grandi occhi chiari della fanciulla. Quest’ultimi sovente non compaiono nella pittura dell’artista oppure vengono raffigurati come fessure senza pupilla o iride. Trasparenti o azzurri come il cielo, sono lo specchio dell’interiorità, nel quale lo spettatore è invitato a tuffarsi.
A questo proposito, non bisogna dimenticare quanto il Primitivismo sia stato rilevante sia per il pittore che per Picasso. Infatti, il maestro toscano si interessò alla scultura dell’arte africana e oceanica e al culto della maschera, traendone ispirazione. Nei ritratti degli adulti spesso quest’ultima ricopre il viso senza svelarne gli occhi. Ma nel caso della Bambina in azzurro di Amedeo Modigliani, ci troviamo di fronte ad uno sguardo pieno, forse per via dell’età della piccola, che non avendo rappresentazione sociale, non ha ancora ragione di mascherarsi.
Il dipinto atipico di Amedeo Modigliani

A dispetto della grazia e dei dettagli che contraddistinguono la protagonista dipinta, Bambina in abito azzurro di Amedeo Modigliani è un quadro atipico e per certi versi inquietante. La luce propria della quale sembra brillare la fanciulla la rende quasi una figura metafisica e spettrale. È una immagine fissa, immobile, come se fosse stata colta in un attimo sospeso tra l’affacciarsi alla vita e la morte che incombe. Un ritratto così minuziosamente vero ma al tempo stesso distante, che esplora una dimensione esistenziale nuova per il pittore.
“Non so se intera e vera
sto trasmigrando sulla tela
sento gli occhi staccarsi dal loro cielo
così a lungo ho fissato una fronte inquieta
dita febbrili cosa mi vuoi strappare?
Ho solo questo mio blu spaurito
e tutta l’incertezza del mondo.
Dal tuo respiro una pena segreta continua ad alitare
M’incendia il viso
Tu dipingimi ti prego le pupille
fammi occhi chiari ben fissi nei tuoi
dovranno dire a infiniti occhi in stupore
di te di me
nel lunghissimo tempo“.
Estratto da Trittici di Annamaria Ferramosca

