
Avatar 2: adesso al cinema, tredici anni dopo4 minuti di lettura
Tredici anni dopo Avatar (2009), la storia del pianeta Pandora torna al cinema con Avatar – La via dell’acqua (titolo originale Avatar: The Way of the Water), noto anche come Avatar 2. Diretto, naturalmente, da James Cameron, il film è disponibili nei cinema italiani a partire dal 14 dicembre 2022.
La via dell’acqua

Sono passati più di dieci anni dalle vicende di Avatar. Jake Sully (Sam Worthington) vive come capo del clan Omaticaya (Toruk Makto) con Neytiri (Zoe Saldana) e i loro tre figli, Neteyam, Lo’ak e Tuk. Dopo aver eliminato il perfido colonello Quaritch, la vita su Pandora prosegue serena, almeno per i primi dieci minuti di film. Gli esseri umani antagonisti non tardano a fare ritorno, letteralmente. Un clone Na’vi di Quaritch accetta la missione di scovare Sully e costruire una nuova base operativa per ricominciare a sfruttare le preziose risorse naturali di Pandora, rendendola un secondo pianeta Terra.
L’acqua non ha inizio o fine.
ll mare è intorno a te e dentro di te.
Il mare è la tua casa prima della tua nascita e dopo la tua morte.
Il mare dà e il mare toglie.
Citazione di Tsireya

Per evitare di mettere in pericolo l’intero clan, Jake e la sua famiglia chiedono asilo presso i Metkayina, un altro clan di Na’vi che abita presso la barriera corallina. Il resto della storia è davvero troppo emozionante e visivamente meraviglioso per spoilerarlo qui.
Un nuovo inizio

Avatar 2 è un film semplicemente stupendo. Tredici anni dopo, la storia dei Na’vi e di Pandora è più attuale che mai e continua a regalare emozioni. Pur essendo un sequel, la formula narrativa rimane vincente. Probabilmente in gran parte merito della scelta efficace di cambiare setting: un nuovo popolo, con nuove creature da comprendere e salvaguardare, un’intera nuova cultura da imparare e nella quale integrarsi.
La scelta giusta
Oggi come allora, la saga di Avatar affronta con fantasia uno dei temi più scomodi e urgenti della nostra società. Spostando la cornice narrativa al di fuori dell’umano, il problema risulta ancora più evidente. L’abuso che gli esseri umani perpetrano ai danni dell’ambiente e delle risorse naturali, per il solo guadagno economico. Nulla di nuovo, se pensiamo al colonialismo iniziato con la “scoperta” dell’America o ai risvolti drammatici della globalizzazione.
Che ve ne importi o meno, il riscaldamento globale, l’inquinamento, la deforestazione e la desertificazione sono tutti fenomeni in corso. E dipingono un quadro per niente rassicurante. Nonostante il progresso degli ultimi anni, c’è ancora molto da fare.

E sì, lo so. Fare la scelta giusta vuol dire inevitabilmente impegnarsi un po’ di più. Enfasi su un po’. E la società non aiuta più di tanto. Sorpresa delle sorprese. Penso alle confezioni di latte, con la parte in plastica che andrebbe effettivamente strappata via o tagliata e gettata nell’apposito contenitore. La tredicesima fatica di Ercole, in poche parole. E forse ho peccato di ingenuità, aspettandomi una soluzione dalla stessa gente che quel problema l’ha creato.
Però ecco, una soluzione esiste. Ed è letteralmente nelle nostre mani. Nei nostri comportamenti e nelle nostre azioni. Quindi insomma, cari lettori, se non vi sto chiedendo troppo, tagliate qualche tappo di plastica in più dalle vostre confezioni di latte. Se non altro, per arrivare sani e salvi almeno al 2050, per riuscire a vedere Avatar 4 senza che il pianeta sia nel frattempo esploso.

