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Arte

Paul Gauguin e la Orana Maria. Natura e simbolismo a Tahiti3 minuti di lettura

Nel mondo dell’arte, e nella sua storia, spesso capita che un artista veda il suo lavoro riconosciuto solamente dopo la sua morte. Un riconoscimento postumo che, sebbene non serva a molto all’artista, valorizza il lavoro e la persona inserendola all’interno della storia dell’arte. Questo è ciò che è successo anche all’ormai ben noto Paul Gauguin; oggi conosciuto come uno dei massimi esponenti del post-impressionismo ma che durante la sua vita non conobbe tutto questo apprezzamento. Fu un pittore che nel corso della sua vita si spostò molto, per necessità o per volere personale, vivendo in luoghi diversi e proponendo di volta in volta nuova arte e nuovi stili.

Paul Gauguin a Tahiti

Una delle ultime tappe del lungo viaggio artistico di Paul Gauguin fu quella a Tahiti. L’isola della Polinesia francese viene scelta dal pittore come un ideale luogo per trovare nuova ispirazione e creare nuovi lavori.

Ho deciso di andare a Tahiti per finire là la mia esistenza. Credo che la mia arte, che voi ammirate tanto, non sia che un germoglio, e spero di poterla coltivare laggiù per me stesso allo stato primitivo e selvaggio. Per far questo mi occorre la calma: che me ne importa della gloria di fronte agli altri!

Paul Gauguin

A Tahiti Gauguin vuole allontanarsi da diverse cose, tra cui il modo di vivere “francese”. A sottolineare questo suo sentimento e desiderio di ritrovare la sua esistenza ci sono le sue affermazioni alla morte dell’ultimo re di Tahiti avvenuta solo due settimane dopo l’arrivo sull’isola. In una lettera il pittore esprime il suo dispiacere per la presenza sempre più ingombrante della Francia, del commercio e della lenta trasformazione di questo piccolo spazio “selvaggio” in una periferia europea. Ma proprio la morte del sovrano, e i successivi funerali, spingono il pittore a lasciare la capitale, Papeete, per inoltrarsi sempre più verso villaggi ancora poco colonizzati dagli europei. 

Gaguin
Eiaha ‘ohipam (1896), Paul Gauguin. Museo Puškin, Mosca

Il tentativo di Gauguin di trovare nuova ispirazione e una pittura più primitiva a Tahiti riesce sicuramente. La permanenza del pittore nell’isola remota è infatti molto produttiva avendo realizzato un discreto numero di tele. L’artista spaziò anche nella scultura incidendo diversi pezzi scultorei in legno. 

Gauguin e l’iconologia della Orana Maria

Sicuramente uno dei lavori più celebri che uscirono da questo periodo è la Orana Maria (Ave Maria) dipinta nel 1891. Questo è uno dei primi lavori che Gauguin produce durante il suo soggiorno tahitiano e uno dei più celebri. Carico di significati simbolici il quadro è una perfetta unione di temi tipicamente cristiani inseriti però in un contesto tahitiano, naturale e, in parte, selvaggio. 

Orana Maria Gauguin
Orana Maria (1891), Paul Gauguin. Metropolitan museum of Art, New York

Il quadro rappresenta tre donne, una delle quali porta sulle spalle un bambino, immerse in uno scenario naturale e tropicale di rara bellezza. Lo stesso pittore ci dona una descrizione della sua opera e le sue parole sottolineano in maniera evidente l’impianto simbolico della tela:

Ho fatto una tela con un angelo dalle ali gialle che indica due donne tahitiane, vestite con un pareo, tessuto a fiori che si allaccia come si vuole alla cintura. […] Ne sono abbastanza soddisfatto

Paul Gauguin

L’impianto cristiano del quadro, se a prima vista non sembra evidente, ci viene quindi consegnato dallo stesso Gauguin. Il pittore francese prende il tema della madonna col bambino e lo trasporta nella natura polinesiana, da cui anche le piccole aureole intorno alla testa della donna e del bambino. Più avanti questa sfumatura cristiana verrà abbandonata del tutto.

Mi chiamo Marco Celi, laureato in Scienze filosofiche presso l’Università degli studi di Milano ho da sempre avuto un forte interesse per l’arte e i musei in tutte le loro forme.