
Un taglio netto nello spazio. Lucio Fontana e lo spazialismo4 minuti di lettura
Nato a Rosario in Argentina ma milanese di adozione Lucio Fontana ha saputo creare un’arte innovativa e sensazionale. I suoi Concetti spaziali rimangono tutt’ora alcune delle opere più misteriose e affascinanti di tutta la storia dell’arte. L’idea di andare oltre alle classiche dimensioni artistiche diventa l’idea guida dell’artista. Questo principio si manifesta perfettamente nei lavori dell’artista e porta lo spettatore ad immergersi dentro un altro mondo e universo. La questione dello spazio cattura l’attenzione dell’artista argentino che però non si limita ai famosi tagli, le Nature e altre sculture, infatti, riescono a mantenere la stessa carica e significato dei più celebri tagli.
Fontana e lo Spazialismo
Quando si parla di questo artista la mente corre subito ai tagli. Queste tele incise in maniera netta da parte dell’artista argentino sono probabilmente i suoi lavori più famosi. Ma prima di tutto possono essere considerati come le opere simbolo del movimento Spazialista, fondato dallo stesso Fontana nel 1947 con la scrittura e pubblicazione del primo manifesto dello spazialismo. Scritto in durante un periodo in Argentina il manifesto spazialista pone le base teoriche di questo movimento e pone le basi per gran parte del lavoro dell’artista argentino.

Questa corrente artistica aveva come obiettivo primario quello di “superare” l’arte classica, diventata agli occhi di Fontana stagnante e vecchia. Questo doveva avvenire attraverso la produzione di nuove opere con mezzi innovativi frutto dell’evoluzione tecnica e tecnologica. Il principio cardine doveva essere il superamento dell’arte naturalistica attraverso l’utilizzo di nuovi elementi e strumenti come la luce o, appunto, lo spazio. Ad esempio, possiamo ricordare la Struttura al neon che l’artista creò in occasione della IX Triennale di Milano. Fontana fonda quindi questo movimento con lo scopo di superare determinati limiti in cui l’arte precedente costringeva l’artista. L’obiettivo dello spazialismo diventa quindi quello di entrare e muoversi in nuove dimensioni inserendo il tempo e lo spazio all’interno della produzione artistica.
I Concetti spaziali
Nonostante la loro fama le prime opere spazialiste di Fontana non furono i tagli ma un ciclo di opere chiamato “Buchi” che consistevano in spirali create appunto bucando la tela. Il ciclo dei buchi verrà portato avanti a lungo ma con alcune differenze. I buchi disordinati delle prime opere lasciano infatti spazio all’ordine con cui l’artista crea i suoi buchi costruendo costellazioni ordinate e regolari. Il ciclo dei buchi costituisce solo una delle molteplici parti che costituiscono il grande gruppo dei Concetti spaziali.

Sicuramente i Concetti spaziali più famosi sono i Tagli che Fontana incominciò a produrre a metà degli anni Cinquanta. Il senso e l’interpretazione di queste opere sono sempre stati molto vari. Possiamo però dire che Fontana con un solo gesto, non solo crea il taglio ma riesce anche ad andare oltre il confine della tela. Con i tagli e i buchi l’artista mette in discussione la bidimensionalità dello spazio pittorico mostrandocela come una banale superficie in cui ogni rappresentazione è illusoria. Con la lama Fontana riesce a creare una terza dimensione oltre la tela in pieno stile spazialista.

Meno conosciute agli occhi dei più le Nature furono delle sculture affascinanti che Fontana completò interamente tra il 1959 e il 1960. Anche queste fanno parte del vasto gruppo dei Concetti spaziali, a sottolineare come la questione dello spazio e della dimensione acquisisce per Fontana numerose e diverse manifestazioni. L’artista argentino le produsse mentre si trovava ad Albissola e consistevano in “palloni” di terracotta o bronzo composti da due parti successivamente unite. La varietà di materiali e incisioni utilizzate per la creazione di queste sculture rende ogni singola Natura differente una dall’altra. Cariche di allusioni erotiche e di forti simbolismi le Nature colpirono fin da subito il pubblico che per si trovava per la prima volta di fronte a qualcosa di simile.


