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amore e psiche copertina
Arte

Amore e Psiche, la perfezione sospesa nell’eternità di un istante4 minuti di lettura

Il neoclassicismo di Antonio Canova individuava come assoluti indispensabili nella propria scultura le proporzioni, la fluidità delle linee, il disegno classico, la purezza della materia. L’artista veneto, soprannominato “il nuovo Fidia”, incarnando lo spirito dell’estetica di fine Settecento, raggiunge probabilmente la vetta del suo percorso immortalando un frammento di una storia d’amore tra le più belle di sempre: Amore e Psiche.

Per un artista l’opera d’arte si concretizza nel percorso di ricerca della perfezione, sia intesa come perfezione concettuale, come canone di bellezza, che come brutalità materiale. Ogni autore posiziona il proprio obiettivo di perfezione e l’essenza dell’arte di dispiega come raggiungimento di quel limite.

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La leggenda di Amore e Psiche

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A. Canova, Amore e Psiche, 1793 Dettaglio laterale

La favola di Amore e Psiche viene narrata nel romanzo di Apuleio “L’asino d’oro”, un inserto che travolge i lettori con la potenza del suo amore. Il figlio di Venere innamoratosi della bellissima mortale Psiche, la conduce in un palazzo dove i due amanti avrebbero potuto vivere il loro amore al sicuro dagli occhi invidiosi della dea. La giovane avrebbe incontrato il dio solo al buio e senza conoscerne l’identità. Psiche però, spinta dal desiderio, dalla curiosità e dalle parole malevoli delle sorelle, una sera mentre Amore giaceva addormentato, gli accostò una candela, per scoprirne il profilo, il volto, per dare un colore e un contorno all’uomo bramato.

Sfortunatamente una goccia di cera cadde sulla pelle del dio mentre Psiche incantata lo osservava; infuriato per il tradimento se ne andò.

La statua di Canova riprende i due amanti ad un soffio dal termine della vicenda: la ragazza dopo essersi sottoposta alle prove di Venere per riconquistare Amore e guadagnarsi l’immortalità, cade in nel sonno più profondo degli Inferi, a seguito dell’ultima fatica impostale dalla madre di Cupido. È Amore, chinato su di lei, a risvegliarla. Canova ferma l’ istante rendendolo eterno: il dio alato si piega verso Psiche per baciarla, la giovane alza le braccia in un gesto leggero e sfiora dolcemente i capelli del suo amato.

La perfezione formale tra equilibrio e tensione

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A. Canova, Amore e Psiche, 1793 Struttura compositiva dell’opera

Il bacio dei protagonisti rimane sospeso per sempre in un’attesa e in una tensione che rendono l’opera l’esempio più celebre di perfezione formale. La composizione è simmetricamente architettata, lo schema ad X che ne fa da base si concretizza nelle ali del dio e nella gamba destra di entrambi i soggetti, quella di Amore tesa di lato, quella di Psiche abbandonata distesa.

Le linee che formano la croce però sono mosse da una vibrazione interna: non sono realizzate con fissità e rigore lineare, ma risultano piegate, modellate e plasmate in estrema tensione dinamica. Le ali di Amore sono ancora spiegate nonostante sia appoggiato a terra, e sono allo stesso tempo leggermente angolate; la gamba del dio mostra i muscoli tirati nello sforzo, il ginocchio impercettibilmente flesso in avanti; il corpo di Psiche sensualmente adagiato.

L’eterna attesa di un bacio

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A. Canova, Amore e Psiche, 1793 Il centro focale dell’opera sta nel bacio tra i due amanti

Dove queste linee di forza di incrociano viene incorniciato il punto focale dell’opera. La ragazza porta le braccia in alto disegnando un cerchio attorno ai volti dei due amanti. Lo sguardo di Amore inchiodato negli occhi di Psiche, con il capo abbandonato all’indietro, traccia una linea di forza palpabile. Al centro le loro labbra che non si toccheranno mai, ma ispireranno nel tempo il desiderio, l’attesa, lo slancio.

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A. Canova, Amore e Psiche, 1793 Dettaglio sul retro, dove si notano la faretra e l’anfora

L’equilibrio tensivo della struttura trova altri spunti di simmetria: la faretra di Cupido ha come corrispondente scultoreo la brocca di Venere (affidata a Psiche nell’ultima prova, doveva contenere la bellezza di Proserpina), il velo che copre il ventre della ragazza orizzontalmente ricade in verticale sotto il su fianco destro, la mollezza della suo chioma fa risaltare la forza delle ali di Amore, il ginocchio sinistro appoggiato di lui si incrocia con il braccio che regge la testa dell’amata.

Diplomata in conservatorio, laureata in lettere, amo le pagine consumate, le gallerie d'arte e le poltroncine dei teatri. Posso però garantire di essere anche una persona simpatica.